Mercoledì 24 Aprile 2024

Il Valzer di Cristina: "Sanremo? Non dico no"

La D’Avena festeggia i 40 anni di carriera con un disco di duetti, fra Myss Keta e Orietta Berti. "Vorrei Achille Lauro all’Ariston con me"

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di Andrea Spinelli

Tutti vogliono cantare con Cristina. E lei, Cristina, continua a cantare con tutti. Col nuovo album 40. Il sogno continua la D’Avena, oltre a festeggiare l’anniversario tondo, aggiunge alla lista uno stuolo di insospettabili quali Myss Keta, Elettra Lamborghini, Alfa, Jr Stit, Albe, dj Matrix & Amedeo Preziosi, ma anche Orietta Berti con la sempiterna Il valzer del moscerino, Lorella Cuccarini con Magica Doremì e Cristiano Malgioglio con Calimero. Non manca un inedito natalizio con le firme di Niccolò Agliardi e Bungaro. Due i cofanetti: uno triplo e uno quintuplo con classici, novità e rarità.

Tra i festeggiamenti estivi di questi 40 anni in musica c’è stato pure quello con l’Orchestra Sinfonica di Sanremo. Fra i suoi obiettivi c’è una partecipazione al Festival?

"La canzone ad Amadeus non l’ho mandata. Se fino a ieri, però, continuavo a ripetermi di non andare, ora l’idea ha preso a solleticarmi".

Potendo esibirsi in coppia all’Ariston, chi chiamerebbe?

"Amando i contrasti penso a qualcuno completamente diverso da me come Achille Lauro. Oppure i Pinguini Tattici Nucleari, che mi piacciono moltissimo. O un rapper, perché no?"

Se a 17 anni invece del provino per la sigla italiana della serie animata giapponese Pinocchio avesse fatto altro, dove sarebbe oggi?

"Forse avrei incorniciata da qualche parte quella laurea in neuropsichiatra infantile che sognavo quando mi iscrissi alla facoltà di medicina. Ma è andata diversamente. E la vita ha deciso per me".

Perché?

"Può sembrare strano, ma tutto quello che m’è accaduto non l’ho cercato. Pure il provino di Bambino Pinocchio (un pezzo di Augusto Martelli, ndr) lo feci su insistenza dei frati dell’Antoniano e della curatrice di telefilm per bambini Alessandra Valeri Manera".

Dice che Kiss me Licia è il suo pezzo preferito. Ce n’è uno degli altri 600 che non ricanterebbe?

"Forse la canzone di Spank, tenero rubacuori. Carina, non dico di no, ma realizzata un po’ frettolosamente. Ogni brano, però, ha la sua storia e le sue dinamiche. Diciamo che canzoni come Amore mio, Sensazioni, Dai parla un po’ con noi oggi le ricanterei e le riarrangerei in chiave un più moderna. Un po’ come accade con quelle che interpreto in questi album di duetti".

Veramente Malgioglio non sapeva chi fosse Calimero?

"Ma quale Calimero, il pulcino? Mi ha detto stizzito, per poi tagliare corto: non se ne parla. Infatti, mi ha chiesto addirittura di cantarlo con un arrangiamento sudamericano".

Di solito le strade s’intitolano ai cari estinti. Lei a Jesolo, sul Lungomare Cristina D’Avena, si dà qualche pizzicotto per accertarsi di essere ancora qua?

"Effettivamente è stata la prima domanda che ho fatto in municipio quando mi hanno detto dell’intitolazione. Poi mi hanno spiegato che il mio lungomare stava vicino a quelli di Del Piero e della Pellegrini e mi sono rincuorata. Quando ci vado, davanti a quel tratto di spiaggia mi emoziono sempre un po’".

Un altro riconoscimento che la renderebbe pazza di gioia?

"Beh, l’Oscar per le mie sigle".

Una debolezza che si perdona e una che non si perdona?

"Amo tantissimo la cioccolata e quando ce l’ho davanti non resisto. È più forte di me. Mi perdono perché ogni morso mi riporta per un attimo indietro nel tempo, trasformandomi nella bambina più felice del mondo. Non sopporto invece quella pigrizia che mi rallenta la giornata e la vita. Anche se l’atavica paura dell’ascensore mi costringe a prendere le scale e a fare ogni giorno un po’ di moto".

La sua vita d’artista se ne sta chiusa nel magazzino alle porte di Bologna in cui conserva vestiti di scena e accessori dei suoi mondi televisivi. Quale la emoziona di più?

"Ogni volta che apro quel portone e mi trovo avvolta dalla magia delle cose ripenso alla vita che passa, ai tanti che non ci sono più. A cominciare da Mariele Ventre, direttrice del Coro dell’Antoniano che, oltre ad essere una grande maestra di canto, è stata pure una cara amica. Poi mi trovo davanti lo smisurato cavallone a dondolo su cui cantai Il valzer del moscerino allo Zecchino. Allora mi avvicino, alzo gli occhi, lo guardo un attimo e penso: caspita, è partito proprio tutto da lì".

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