Il talento di Aretha al massimo “Amazing Grace” è il suo trionfo

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Nei cinema da domani al 16 giugno, il documentario Amazing Grace – presentato tra gli applausi alla Berlinale 2019 – è un’opera che va dritta al cuore. Firmato da Alan Elliott su materiali che furono girati all’epoca (1972) da Sydney Pollack e poi per motivi legali e tecnici mai videro la luce, racconta senza alcun commento il ritorno della regina del gospel da dove era partita, ovvero da quella chiesa dove Aretha Franklin (1942-2018) e le sue due sorelle, Carolyn ed Erma, intrattenevano i fedeli del padre, il famoso predicatore battista C.L. Franklin. E questo prima che la cantante diventasse un’icona del soul e del R&B e quando aveva già all’attivo brani come Respect, I Say a Little Prayer, (You Make Me Feel Like a) e Natural Woman.

Nel documentario vediamo dunque Aretha circa cinquanta anni fa, mentre si esibisce a con il Southern Community Choir e il reverendo James Cleveland nella New Temple Missionary Baptist Church a Los Angeles. Risuonano tanti brani di questo album (Amazing Grace è il disco gospel di maggior successo di tutti i tempi), tra cui una straordinaria versione di undici minuti del brano che dà il titolo all’opera. Nel concerto compare poi il padre della cantante, C.L. Franklin, predicatore e grande voce gospel e, a sorpresa, due giovanissimi Mick Jagger e Charlie Watts dei Rolling Stones in città per registrare l’album Exile On Main Street.

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