ANDREA
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Il sogno di Cinecittà senza moralismi

Tre film in costume: Finalmente l'alba di Saverio Costanzo, Poor Things di Yorgos Lanthinos e QN Magazine di Nikolai Arcel esplorano la realtà attraverso eroi, colori e miti diversi, senza moralismi.

Andrea

Martini

La realtà non ha né eroi né colori da offrire, almeno se non trasfigurata. Dopo Comandante, Ferrari, El Conde, ancora tre film in costume, altri seguiranno nei giorni prossimi. Saverio Costanzo in Finalmente l’alba, il suo film migliore, ricostruisce mirabilmente una Roma anni ’50 dove il sogno di Cinecittà sollecita paure e speranze. L’ingenua Mimosa accompagna la più avvenente sorella, comparsa per un giorno, e si ritrova al centro del set, a fianco della star americana decisa a trascinarla con sé in una nottata di luci e ombre, di isterie e di falsità. Mimosa condensa in dodici ore un apprendistato alla vita, scoprendosi all’alba consapevole delle futilità di celluloide. Sullo sfondo del delitto Montesi, Costanzo racconta il rapporto tra il cinema e la capitale senza moralismi. Il volteriano motto, lasciate libera dall’infanzia una donna e avrete molte sorprese, si fa cinema.

Yorgos Lanthinos ama, con esiti alterni, stupire. In Poor Things, metà science-fiction, metà allegoria filosofica, basandosi sul romanzo di Alasdair Gray, echeggiando miti (Galatea) e letteratura colta (Villiers de l’Isle-Adam), il regista greco-britannico mette in scena le peripezie di un’avvenente donna suicida (Emma Stone) a cui è stato innestato il cervello del proprio feto. Senza morale e senza tabù la vita è piena di sesso, di intelligenza e di inusitata capacità di sopravvivenza. In chiave, ovviamente, femminista.

Penisola dello Jutland, in pieno settecento. Un gruppo di diseredati cerca di fare in un angolo della brughiera una colonia. Ma c’ è sempre un sovrano. Il danese Nikolai Arcel tra violenze, odi e vendette si tira d’impaccio.