Venerdì 19 Aprile 2024

Il sequel? C’è chi dice no. È la Sarandon

L’attrice ha rivelato di aver rifiutato il seguito di “Thelma e Louise”: "Morta nel primo, nel secondo sarei stata un fantasma. Ridicolo"

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di Giovanni Bogani

Susan Sarandon ha detto no a un possibile sequel di Thelma e Louise. L’attrice, premio Oscar per Dead Man Walking, icona delle lotte politiche degli anni ’70, e anche del femminismo proprio grazie a quel film, pochi giorni fa, al Tonight Show con Jimmy Fallon, ha confessato di avere rifiutato un grosso assegno per un improbabile sequel di uno dei suoi film più celebri, Thelma e Louise. "A un certo punto i produttori hanno parlato di un sequel, ma era una pessima idea, probabilmente ridicola: volevano farci fare i fantasmi che guardavano giù sulla terra, e aiutavano le donne a sfuggire alle loro relazioni familiari. Ricordo di aver detto a Tim Robbins, il mio ex compagno, “cosa dovrei fare?”, e lui mi ha risposto: “riceveresti un grosso assegno”. Ma alla fine ho pensato che era meglio lasciar perdere".

La libertà. La libertà che cercavano Thelma e Louise, a dispetto di tutto, Susan Sarandon l’ha messa in atto anche nella sua scelta di non girare un sequel, nonostante i soldi che avrebbe guadagnato. Sono passati trent’anni esatti dall’uscita di quel film che, diretto da Ridley Scott e interpretato con Susan (Louise) da Geena Davis (Thelma), da un giovanissimo sexy Brad Pitt e da Harvey Keitel ispettore implacabile ma col gran cuore, arrivò a vincere sei Oscar e a diventare un cultmovie assoluto. Il finale lasciava però poco spazio a un eventuale sequel: con quel salto nel vuoto, con l’auto, inseguite dalla polizia, sul bordo della roccia del Grand Canyon. "Avevano avuto una cattiva idea", ha detto la Sarandon a Jimmmy Fallon.

Non sorprende che qualche produttore ci abbia provato, dato il successo del film originale, che incassò tre volte quanto era costato, finendo con il guadagnare ancora milioni di nuovi fan – molti dei quali giovani e giovanissimi – proprio in questi mesi, durante la pandemia.

È un’era di sequel, prequel, reboot, spinoff, di "cinematic universes". E tutto, per un pugno di dollari, o anche molti di più. Sembra quasi impossibile che un film debba rimanere "da solo", senza che nessuno si occupi di spremere altri soldi dall’idea iniziale. A quarant’anni dal primo capitolo, e a 78 anni d’età, Harrison Ford ha accettato di interpretare per la quinta volta Indiana Jones, quando I predatori dell’arca perduta risale ormai al 1981, e anche l’ultimo episodio – Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo – è lontano nel tempo dodici anni.

Allo stesso modo, le ex ragazze single di Manhattan che hanno segnato una generazione intera di donne alla ricerca dell’amore, le protagoniste di Sex and the City, hanno accettato di tornare sul piccolo schermo a distanza di 17 anni in una nuova serie targata Hbo. Rivedremo Sarah Jessica Parker e le sue amiche (tranne Kim Cattrall), ormai over 50, alle prese con i drammi della vita quotidiana. La spesa dei produttori? Un milione ad attrice per ognuno dei 10 episodi.

La Sarandon, invece no. Ospite domenica sera di Fabio Fazio in collegamento a Che tempo che fa su Raitre, lei, 74 anni, legata all’Italia da un nonno di Ragusa, una bisnonna di Lucca e una figlia, Eva, 34 anni, avuta con il regista romano Franco Amurri, ha ribadido la sua eterna libertà: "Amo interpretare donne normali che fanno cose eccezionali. Gli eroi, e le eroine, non lo sono da sempre. Ti ritrovi ad esserlo quando devi fare scelte difficili. Puoi essere eroica anche nel rifiutarti di dire una bugia. Mi interessano le donne che trovano il coraggio".

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