Sabato 20 Aprile 2024

Il secolo di Marzullo, l’uomo che ideò il Dams

Ricordo di uno dei più brillanti intellettuali del Novecento, lo “stravagante grecista“ che nel 1971, da Bologna, cambiò la cultura universitaria

di Giovanni

Serafini

La sua creatura ha festeggiato i 50 anni e lui ne compirebbe 100. Benedetto Marzullo, “lo stravagante grecista” che nel 1971 fondò all’università di Bologna il Dams, primo corso di laurea italiano interamente dedicato alle arti visive, alla musica e allo spettacolo, è stato uno degli intellettuali più brillanti del Novecento, un visionario che seppe trasformare l’utopia in realtà dando vita ad un laboratorio culturale in cui operarono personaggi come Umberto Eco, Luigi Squarzina, Tomàs Maldonado, Renato Barilli, Gianni Celati e moltissimi altri.

Nato a Cava de’ Tirreni il 9 giugno 1923 e morto a Roma il 15 ottobre 2016, docente dal 1956 nelle università di Firenze, Padova, Cagliari e Bologna, professore emerito all’Università di Roma Tor Vergata cui ha destinato un imponente lascito librario e documentale, Benedetto Marzullo viene celebrato in questo centenario della nascita da un importante convegno che ha visto riuniti a Tor Vergata studiosi, colleghi, uomini di teatro e amici che lo conobbero e lavorarono con lui. “Da Omero a Umberto Eco. Divagazioni della memoria”: questo il tema sul quale sono intervenuti numerosi relatori, da Furio Colombo a Marco de Marinis, da Lorenzo Perilli ad Antonio Calenda. La presentazione di un libro di Angela M. Andrisano e Vinicio Tammaro, Benedetto Marzullo, il grecista che fondò il Dams, e l’annuncio della nascita del “Premio B. Marzullo”, voluto dal Comune di Cava de’ Tirreni, il suo paese natale, hanno completato l’omaggio a questa insolita figura del paesaggio accademico italiano.

"Mi nutro di notizie, compro quattro, cinque giornali al giorno, non solo italiani, e passo a leggerli tre ore al giorno che non sono rubate a nulla, un’attività di sollecitazione e di motivazione": l’intuizione di Marzullo fu che la cultura universitaria doveva uscire dai limiti delle singole specializzazioni. Per lui le discipline umanistiche non potevano prescindere da una conoscenza analitica delle istituzioni e dell’industria culturale: di qui la necessità di aprire le porte degli atenei al mondo delle arti e alla comunicazione, elementi indispensabili per la progettazione di una società moderna.

Non fu un’impresa facile: incomprensione, timori, invidie, rivalità e resistenze burocratiche ostacolarono non poco la realizzazione del progetto. Fu solo grazie all’ostinazione e alla volontà del suo ideatore, insigne grecista che godeva di grande stima anche nella sua qualità di membro del Consiglio Superiore del ministero della Pubblica Istruzione, che vennero stanziati i fondi necessari alla nascita del nuovo corso di laurea.

Scavalcando le regole e le lungaggini accademiche, Marzullo istituì in tempi straordinariamente rapidi tre cattedre nuove di zecca, affidate rispettivamente a Umberto Eco (Semiotica), Tomàs Maldonado (Progettazione ambientale) e Luigi Squarzina (Istituzioni di regia). Altri collaboratori dello “stravagante grecista” furono Fabio Roversi Monaco, Roberto Leydi, Maurizio Grande, Luciano Nanni, Liano Petroni, Giuliano Scabia, Nanni Loy, il semiologo Paolo Fabbri, il filosofo della scienza Marco Mondadori. Epiche, e con toni spesso molto accesi, le discussioni con i collaboratori nel suo studio al quarto piano di Marzullo in via Zamboni 38.

Erano anni di grande fervore culturale, dominati da un progetto di grande respiro: l’obiettivo era formare figure adatte a nuove professioni capaci di operare in seno alle istituzioni cittadine ed elevare il livello delle competenze nel settore delle arti per aprire un dialogo con le migliori sperimentazioni italiane ed europee. Il successo fu tale da indurre una delegazione berlinese a venire a Bologna per organizzare, in collaborazione con l’Università, una struttura analoga a Berlino, la “Hochschule der Künste”, che ingloba Architettura, Accademia di Belle Arti e Conservatorio. Un vero trionfo per Marzullo, gran visionario della Cultura con la “C” maiuscola…

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