Martedì 16 Aprile 2024

Il rock di Haynes da Oscar. Con il genio dei Velvet Underground

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Todd Haynes, il regista sessantenne del magnifico Carol con Cate Blanchett e Rooney Mara, esordisce nel documentario con The Velvet Underground, che ha avuto la sua prima mondiale a Cannes, fuori concorso, ieri. E la sua più grande sfida è stata quella di portare Lou Reed (scomparso nel 2013) sullo schermo. "Abbiamo usato la sua vera voce, da materiali d’archivio, ma far sentire la sua presenza in tutto il film è stata la più grande sfida della mia vita", ha detto Haynes durante la conferenza stampa a Cannes.

Già in passato, Todd Haynes aveva reso omaggio al rock, con Velvet Goldmine e con Io non sono qui, film-caleidoscopio in cui metteva in scena il poliforme mito di Bob Dylan attraverso l’interpretazione di sei attori (dalla stessa Blanchett a Ledger e Bale) diversi. Questa volta, Haynes usa uno stile più sommesso, più classico, interpolando materiali d’archivio e interviste. La tesi del docu-film è chiara: il gruppo dei Velvet di Lou Reed è stato per il rock come la Factory di Andy Warhol per l’arte.

"Ho cominciato a pensare a questo film nel 2018, intervistando molte persone che erano con i Velvet negli anni ’60". Intensa la collaborazione creatasi tra Haynes e John Cale, l’“altra“ anima dei Velvet, oggi 79enne, unico sopravvissuto della band insieme a Maureen "Moe" Tucker: la “femme fatale“ del gruppo, Nico, scomparve ancora prima di Reed, nell’88. Poi Haynes si è imbattuto in 600 ore di materiali d’archivio appartenenti alla vedova di Lou Reed, la musicista Laurie Anderson. "All’inizio del 2020, mi sono letteralmente tuffato in quei materiali, e si era all’inizio della pandemia del Covid. Paradossalmente, il lockdown mi ha aiutato a concentrarmi. Nella mia quarantena a Los Angeles, ho avuto l’opportunità di passare mesi e mesi sul film".

Film che ha già ricevuto recensioni entusiastiche, con Hollywood Reporter che vede il documentario "lanciato come un missile nelle discussioni sugli Oscar".

D’altronde l’eleganza dei Todd Haynes, sorretta dalla fotografia di Edward Lachman, dà veramente nuova vita al gruppo e racconta un’avventura artistica interdisciplinare. "La musica scandaglia il cielo" è la citazione da Baudeaire con cui inizia il film, e s’addice a una band che non fu solo rock (rock’n’ roll? proto-punk?, o addirittura fusion di r’n’b e Wagner?) ma uno stile di vita. Fu Lou Reed a guidarli oppure furono un’invenzione di Andy Warhol che voleva una band house per la sua Factory? Forse solo miracolosa germinazione spontanea.

g.b.

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