Mercoledì 24 Aprile 2024

Il regista-scandalo di “Cannibal Holocaust“

Gli esordi con Rossellini e Corbucci, la stima di Tarantino e Stone: una firma di punta del B-movie all’italiana

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È morto ieri a Roma, a 83 anni, Ruggero Deodato. Era il regista di Cannibal Holocaust, uno dei film maledetti del cinema italiano, ed è stato uno dei grandi autori italiani del cinema “di gener“", amato e rispettato in Francia – dove lo avevano soprannominato "monsieur Cannibal" – e negli Stati Uniti: Quentin Tarantino lo volle omaggiare, offrendogli un cameo nel film Hostel: Part II. Ma anche Oliver Stone, fra molti altri, apprezzava il suo lavoro.

Ruggero Deodato era nato a Potenza il 7 maggio 1939. A vent’anni, iniziò come aiuto regista per Roberto Rossellini in film come Il generale Della Rovere, poi per Sergio Corbucci in Django: di quel film, gira tutti gli esterni in Spagna. Diviene il braccio destro di uno dei grandissimi del cinema di serie B, Antonio Margheriti. Grazie a lui, esordisce come regista in proprio con Gungala, la pantera nuda.

Sul set di uno dei suoi film, alla fine degli anni ’60, conosce Silvia Dionisio, che diventerà sua moglie fino al divorzio nel 1979. Dalla loro unione nascerà il figlio Saverio Deodato Dionisio, anch’egli attore. Nel 2001 nasce la secondogenita Beatrice, dalla seconda moglie Valentina Lainati.

La sua carriera, intanto, arriva ad una svolta. Sarà la “trilogia dei cannibali“ – Ultimo mondo cannibale, Cannibal Holocaust e Inferno in diretta – a consacrarlo al successo. Cannibal Holocaust, del 1980, racconta la spedizione di un gruppo di antropologi nell’Amazzonia brasiliana, per documentare le abitudini di una popolazione che pratica il cannibalismo. È un finto documentario, un mockumentary: ma fatto talmente bene che il pubblico rimase sotto shock. Fu considerato, all’epoca, il film più agghiacciante della storia. Le scene crude, violente e le reali uccisioni di animali che compaiono nel film costarono al regista quattro mesi di carcere, con la condizionale, mentre il film fu bloccato per quattro anni.

Negli anni Novanta approdò alla televisione per dirigere I ragazzi del muretto e Noi siamo angeli con Bud Spencer. Nel 1999, The Blair Witch Project si ispirò palesemente alle tecniche di finto documentario sperimentate da Deodato. Muore un regista di grande creatività, quella propria di tanti artigiani del B-movie all’italiana. All’epoca di Cannibal Holocaust, fra tanti detrattori ci fu uno che, fuori dal coro, ebbe parole di elogio per lui. Si chiamava Sergio Leone.

Giovanni Bogani

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