Giovedì 18 Aprile 2024

Il nuovo cinema? Un gioco da eterni bambini

Megaproduzioni tratte da videogame come Mario Bros o da classici di “ruolo“ fantasy: Hollywood reinterpreta così sogni e buoni sentimenti

Il nuovo cinema? Un gioco da eterni bambini

Il nuovo cinema? Un gioco da eterni bambini

di Giovanni Bogani

Salvati da un idraulico? L’idraulico in questione è un pupazzo: è un ammasso di pixel, che formano un personaggio plasticoso e pupazzoso. Super Mario. Sì, proprio lui, l’eroe dei videogiochi degli anni ’80 amatissimi (e giocatissimi) anche dai bambini – e non solo – di oggi. È tornato, e sta per conquistare le sale di tutto il mondo. È uscito ieri in Italia e in altri paesi Super Mario Bros: Il film. E le previsioni di incassi, nel globo, sono pazzesche. Quelli bravi hanno già calcolato che il film, ispirato al videogioco Nintendo creato da Shigeru Miyamoto, incasserà solo nel weekend di Pasqua 225 milioni di dollari in tutto il mondo. È moviegame mania. Perché non c’è solo Super Mario.

È uscito su AppleTv+ Tetris, ispirato al videogame degli anni ’80, quello che diventò una vera e propria droga, creando fenomeni patologici, con persone che giocavano così tanto che, anche quando staccavano, vedevano blocchi colorati cadere dal cielo. Ed è uscito con successo Dungeons and Dragons – L’onore dei ladri, tratto dal popolarissimo gioco di ruolo. Un gioco di ruolo che alcuni psicologi utilizzano addirittura per le terapie di gruppo. Perché ti permette di sognare qualsiasi cosa per i tuoi personaggi. Uno stregone, una druida, un paladino senza macchia e senza paura: ecco gli ingredienti del gioco di ruolo. Il resto lo fai con la tua fantasia. "È un ottimo strumento per coltivare l’autostima attraverso il gioco, e per aiutare ciascuno a realizzare se stesso", dice una psicologa, Megan A. Connell. E non è finita: uscirà il 20 luglio Barbie, film in live action ispirato alla bambola più famosa del mondo.

Che cosa c’è di strano in tutto questo? C’è che la violenza, il male, l’orrore di vivere, gli scontri e le morti violente non fanno parte di questi mondi. "Uno dei momenti più emozionanti del film è quando i due fratelli si trasformano in un grande arcobaleno", dice un bambino appena uscito dalla proiezione del film; il concetto base di Super Mario è uno: provare e riprovare, non arrendersi mai. "Nessuno riesce la prima volta", gli dice la principessa quando lo invita a fallire, provare e riprovare ancora, a superare i "livelli" di difficoltà.

Un segnale, allora. Forse, del fatto che ci stiamo tutti rifugiando nell’infanzia. In un momento in cui brutti venti di guerra stanno soffiando sul mondo, trionfano film (tratti da videogame) che non hanno la violenza nel loro Dna. Stiamo cercando, in qualche modo, di tornare bambini. Il mondo è diventato un po’ troppo adulto, nel senso peggiore del termine. Ma perché questa nostalgia? E perché ci piacciono questi reperti degli anni ’80? C’era allora una spensieratezza che oggi non c’è. Anche se persisteva la Guerra fredda, anche se si stendeva l’ombra del disastro nucleare di Cernobyl. Gli Stati Uniti vivevano di edonismo reaganiano, fra i modelli di comportamento c’erano Rambo e Top Gun: i divi erano muscolari, sorridenti, spavaldi. Trionfava ancora il macho: le prime due donne a mettere in crisi questo modello saranno Thelma e Louise. Ma saremo già negli anni ’90. Eppure, nel 1993, il Super Mario versione cinematografica con Bob Hoskins – fresco del successo di Roger Rabbit – fu un clamoroso flop. Invece ora le premesse sembrano di segno totalmente opposto.

È pazzesco pensare che due fratelli idraulici a Brooklyn, piccoli e modesti, di origini italiane, con baffoni, tutina blu e cappello rosso, possano diventare eroi mondiali. Già negli anni ’80 Super Mario salvò il mondo dei videogiochi, diventando un fenomeno mondiale. Adesso Super Mario rischia di salvare anche il destino di molte sale cinematografiche.

"Ognuno di noi qualche volta si è sentito piccolo e inadeguato come Super Mario", dice Claudio Santamaria, che doppia l’idraulico nella versione italiana del film, diretto da Aaron Horvath e Michael Jelenic e prodotto da Shigeru Miyamoto, creatore del videogioco originale. Forse, questa sensazione di inadeguatezza è quella che vivono molti giovani di oggi. Sospesi fra un futuro che non c’è e un presente precario, difficile, minaccioso – ma che tuttavia è tutto quello che abbiamo a disposizione. E in fondo – e a qualunque età – siamo tutti un po’ goffi, un po’ piccoli idraulici ricchi solo di coraggio.

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