di Andrea Spinelli
"Ma sia chiaro che non siamo la famiglia del Mulino Bianco…" precisa Andrea Bocelli allontanando l’immagine patinata che l’album natalizio appena inciso assieme ai figli finisce col riversargli addosso. Nei negozi da venerdì, A family Christmas riunisce attorno al camino ("la foto di copertina l’abbiamo scattata in casa ad agosto con l’aria condizionata a palla") tre quinti dei Bocellis, vale a dire Andrea e i figli Matteo e Virginia. Manca il primogenito Amos, che nonostante il diploma in pianoforte fa l’ingegnere aerospaziale, e manca la moglie del Tenorissimo, Veronica Berti, madre di Virginia, che però è parte del management e quindi tiene in pugno i fili dell’intero progetto.
"L’idea è venuta alla casa discografica davanti al successo riscosso sui palcoscenici dai nostri duetti familiari" racconta Matteo, 25 anni, al lavoro sul suo primo album solista, in arrivo la prossima estate. "La scelta dei brani, però – racconta Matteo – è stata completamente nostra, con attenzione a non ricadere nel repertorio del My Christmas pubblicato dal babbo con successo (oltre cinque milioni di copie vendute, ndr) una dozzina di anni fa. Abbiamo puntato su classici come Feliz navidad o Merry Xmas (war is over), ma anche su canzoni non troppo prevedibili, impreziosendo il tutto nella versione italiana con due inediti". L’album verrà promosso pure con uno speciale fiabesco, girato a Gressoney, in streaming su YouTube il 4 dicembre, sul canale Tbn dal 16 dicembre.
Negli Usa c’è molto interesse per le collaborazioni di questo tipo, l’Italia è invece più tiepida. Fattore culturale?
Andrea: "La famiglia rappresenta di per sé una straordinaria opportunità a qualunque latitudine, è una benedizione per ogni comunità, è il principale mattone della società, è il luogo ideale in cui esercitarsi al bene e donare e ricevere amore. Il canto è fatto di tecnica e di quel che non s’impara, l’espressività. E quest’ultima non può essere scinta dall’onestà. Regalare emozioni è un gran privilegio e io la penso come Terzani, che diceva di non aver mai lavorato perché faceva ciò che amava".
Chi gliel’ha detto a David Foster che stavolta il produttore non sarebbe stato lui, ma Stephan Moccio, noto per essere il pianista di Céline Dion?
Matteo: "Da persona intelligente qual è, sa che, per quanto fortunato, il ciclo segnato dal trio Bocelli-Foster-Gatica è un po’ passato ed ora è il momento di rimescolare le carte. Comunque lui e il babbo continuano a sentirsi e a scambiarsi idee".
Il Natale emoziona.
Andrea: "La cosiddetta ‘musica di Natale’ esprime un repertorio eterogeneo, che può abbracciare pagine sacre, canzoni, brani tradizionali. C’è un denominatore comune, se di qualità: il bene che è in grado di veicolare, l’energia positiva che può infondere nei cuori delle persone".
E in questo momento ce n’è un gran bisogno.
Andrea: "Sarà un Natale triste per tanti e preoccupante per tutti. Spero, comunque, che la musica possa compiere il piccolo miracolo di riflettere sui valori autentici delle festività, che sono quelli del cristianesimo, la filosofia che potrebbe fare di questa Terra un paradiso terrestre, se solo le persone, lo dico anche per me stesso, ascoltassero un po’ di più il messaggio dell’uomo finito sulla croce".
Un anno fa avete cantato per il presidente Biden, una settimana fa per i reali inglesi...
Andrea: "Prima di arrivare alla Casa Bianca ho spiegato a Virginia che avrebbe incontrato l’uomo più potente del mondo e lei non mi ha creduto, poi, però, lui l’ha presa per mano e l’ha portata a visitare la sala Ovale".
Andrea, proprio oggi lei ha in uscita pure un diario spirituale con appunti e riflessioni.
Andrea: "S’intitola In cammino. Diario di un pellegrino e racconta le tre settimane trascorse con mia moglie a cavallo sulla Via Francigena compiendo, però, il percorso a ritroso: da Piazza San Pietro a casa".
Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro