Venerdì 19 Aprile 2024

"Il mio Vate, adorato in vita e odiato dopo la morte" Castellitto: io rasato a zero per D’Annunzio

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di Beatrice Bertuccioli

È un Vate ormai segnato nel fisico dall’età, dalla malattia e dai suoi vizi. Tra sniffate di cocaina e carezze a fanciulle nude, Gabriele D’Annunzio trascorre il suo tempo nella sua magnifica residenza sul lago di Garda, il Vittoriale, dove si è ormai ritirato da anni e dove si spegnerà il 1° marzo del 1938, a 74 anni.

A Roma, i gerarchi fascisti temono che possa organizzare azioni clamorose contro l’alleanza che Mussolini va stringendo con la Germania di Hitler. Per questo inviano al Vittoriale il giovane federale Giovanni Comini, ufficialmente per ascoltare D’Annunzio e farsi portavoce delle sue richieste, in realtà per spiarlo e riferire. È un intenso Sergio Castellitto a ricostruire la complessa e affascinante personalità di D’Annunzio nel film Il cattivo poeta, opera prima di Gianluca Jodice, da domani nei cinema. Castellitto, da dove partire per ricostruire una personalità come quella di D’Annunzio?

"Dal taglio dei capelli. Li ho rasati completamente. Perché se chiudiamo gli occhi e pensiamo a D’Annunzio, la prima cosa che ci viene in mente, è il suo cranio, scrigno della sua umanità, sapienza, ingegno, crudeltà. Noi raccontiamo l’ultimo anno della sua vita e l’incontro con chi, come in un controcampo, rappresenta la giovinezza. Le case raccontano chi siamo e anche il Vittoriale rappresenta D’Annunzio. Io ho un mio modo di affrontare la biografie".

Quale?

"Sono abituato a interpretare personaggi realmente esistiti, e anche a ricevere insulti da chi non li apprezza, ma non mi interessa. Io mi avvicino a queste figure esattamente come se fossero personaggi inventati. Perché in realtà inventi sempre, anche quando credi di ricostruire qualcosa che è esistito".

Grande poeta e figura controversa e discussa, D’Annunzio.

"Non c’è stato un artista che come lui sia stato così adorato in vita, una sorta di rock star, un genio a 360 gradi, e così maledetto e odiato dopo la morte. Elsa Morante diceva che era un imbecille e Pier Paolo Pasolini lo detestava, mentre secondo me se c’è un altro artista assimilabile a D’Annunzio è proprio Pasolini. Entrambi poeti-soldati, pronti a uscire per primi dalla trincea e prendersi un colpo in fronte. D’Annunzio è un genio, non l’ho scoperto certo interpretandolo. Tre giorni fa, a Trieste, è successa una cosa grave".

Cosa?

"È stata imbrattata una statua di D’Annunzio. Se è stato fatto per esprimere un dissenso, come gesto di rivolta, siamo messi davvero male".

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