Sabato 20 Aprile 2024

Il grande schermo diventa piccolo Genovese porta Freud in tv

di Beatrice Bertuccioli

Una storia può avere molte vite. Accade che a una serie molto apprezzata segua un film e, ultimamente, sempre più spesso, che da un film di successo prenda le mosse una serie televisiva, sperando che piaccia allo stesso modo. In Italia come all’estero. Un travaso continuo, dovuto forse al moltiplicarsi di canali e piattaforme, con la conseguente necessità di prodotti da trasmettere cui non corrisponde, si direbbe, una eguale abbondanza di idee nuove e originali.

Si sta realizzando una serie, Romulus, dal film di Matteo Rovere Il primo re, mentre oltreoceano diventerà una serie il film che fece incontrare Brad Pitt e Angelina Jolie, Mr. E Mrs. Smith, con un’altra coppia glamour, Phoebe Bridge e Donald Glover.

"È sempre emozionante riprendere in mano personaggi che pensavi avresti lasciato andare", ha detto Gabriele Muccino annunciando una serie che ripropone, approfondendoli, personaggi e vicende di A casa tutti bene. Si avventura per la prima volta in una serie televisiva anche Ferzan Ozpetek che per Star, il nuovo canale di Disney+, realizzerà una serie in otto episodi da Le fate ignoranti.

Altro film di successo, Tutta colpa di Freud, altra serie. Il film del 2014 di Paolo Genovese è diventata una serie in 8 episodi, dal 26 febbraio su Amazon Prime Video e in autunno su Canale 5.

"Ci sono film che si prestano a essere sviluppati in una serie, altri no. Perfetti sconosciuti non sarebbe adatto, Tutta colpa di Freud è un racconto familiare che non avevo potuto sviluppare come avrei voluto nelle due ore di film", spiega Genovese.

L’idea di partenza rimane la stessa, ovvero un padre solo, alle prese con i rapporti sentimentali delle sue tre figlie, ma poi le storie prendono una strada nuova, diversa".

Al posto di Marco Giallini, protagonista della pellicola, Claudio Bisio (ieri assente alla conferenza stampa Zoom perché lievemente indisposto causa Cavid), affiancato da Max Tortora e Claudia Pandolfi, ambientazione a Milano anziché a Roma. Genovese firma la supervisione ma ha preferito lasciare la regia a Rolando Ravello. "Mi sembrava più interessante vedere come un altro raccontava la mia storia - dice - piuttosto che misurarmi personalmente con una storia che avevo già raccontato".

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