Sabato 20 Aprile 2024

"Il genio musicale? Umile e con una brava moglie"

Il grande violinista invita i giovani a rispettare la libertà: "Per essere solisti bisogna saper suonare con gli altri. E vivere l’amore"

di Carla Maria Casanova

Nell’immaginario popolare la musica è espressione melodica di fluidi magici. In verità è scienza esatta. Matematica, algebra, fisica, medicina?

"È tutto questo e più. Io – racconta Salvatore Accardo – in occasione del convegno che fino a domani celebra a Firenze Piero Farulli, partecipo oggi alla tavola rotonda ”Musica ed empatia nel processo formativo”, forte anche di esperienze personali, come all’ippodromo delle Padovanelle, dove vidi il leggendario cavallo Tornese agitarsi moltissimo quando gli spensero l’altoparlante delle Quattro Stagioni di Vivaldi, che aveva sempre acceso nel suo box".

Il potere terapeutico della musica è scientificamente provato. Le mucche che fanno più latte, o le viti più uva, con le sinfonie di Mozart… E ciononostante, l’insegnamento musicale in Italia è ancora carente.

"C’è il paradosso dei troppi Conservatori e dell’insegnamento gestito male. Sfornano centinaia di allievi che poi non trovano impiego. Sognano tutti di diventare solisti, mentre dovrebbero per prima cosa imparare a suonare insieme, a condividere".

Anche se poi avranno una carriera solistica?

"Certo, importante è capire dove finisce la tua libertà e incomincia quello dell’altro, che ha anche lui un modo personale di intendere e gestire la musica. E poi ci vuole una grande umiltà nei confronti dell’Autore. I bambini dovrebbero imparare a suonare in quartetto subito, non al nono anno di Conservatorio, come avviene adesso".

Al Convegno “Formazione 2020: musica e conoscenza” (www.farulli100.com) a chiusura delle celebrazioni per il centesimo anniversario della nascita di Farulli, violista leggendario membro del Quartetto italiano e fondatore, nel 1974, della Scuola di Musica di Fiesole, si sono iscritti in 3000. Vi partecipano musicisti, musicologi, fisici e scienziati; a conclusione, un messaggio di Riccardo Muti. Di Farulli, Salvatore Accardo – nato per caso a Torino nel 1941, cresciuto a Torre del Greco, primo violino chiesto e ricevuto in regalo a 3 anni, a 11 anni ammesso al Conservatorio, diplomatosi con un anticipo di 5 anni con il massimo dei voti, lode e menzione speciale eseguendo per la prima volta, in una sola serata, i 24 Capricci di Paganini – è stato collega e amico.

"Un grandissimo musicista, Farulli – continua Accardo – al quale ero legato da reciproca enorme stima, un uomo vulcanico, ma che dico, un carro armato. Aveva intuizioni grandiose e quando aveva un progetto nessuno lo fermava. Uno dei suoi grandi meriti fu aver promosso, nella sua Scuola di Fiesole diventata poi celeberrima, anche lo studio della musica per dilettanti. Far tornare la musica un oggetto sociale. Quando ero giovane, si faceva musica anche in case private. A Napoli andavamo a suonare in casa Cenzato, tutti insieme".

Oggi viviamo invece a distanza. In questi tempi di lockdown, come si insegna la musica?

"Rapporto difficilissimo. Online ci si capisce male. Il suono, sia per chi lo produce sia per chi lo ascolta, deve essere captato dall’orecchio nudo. Inoltre, come spiegare esattamente l’imposizione delle dita sulla tastiera? È questione di millimetri".

Come reagiscono i ragazzi di oggi alla musica classica? Va sempre bene Mozart o meglio Schönberg?

"Stupisco anche io quando qualcuno sceglie il Trio per archi di Schönberg, pezzo decisamente difficilissimo. Ma siamo sempre lì: anche la musica contemporanea deve essere eseguita bene. Importante è che ti “arrivi” qualcosa".

Maestro, cosa suggerisce a un ragazzo per prepararsi a divenire un buon musicista?

"Essere capìto in famiglia, scegliere un buon insegnante, scegliere una buona moglie".

Salvatore Accardo ha risolto il suo problema innamorandosi, a 60 anni, di una giovane talentuosissima allieva: la violinista Laura Gorna, figlia d’arte e carica di premi e suggestioni. Hanno avuto due gemelline, oggi dodicenni. Una delle due è una promettente pianista.

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