
Denominazione relativamente nuova (operativa dal 2016) , i vini targati Garda Doc si preparano per l’esame di maturità con il...
Denominazione relativamente nuova (operativa dal 2016), i vini targati Garda Doc si preparano per l’esame di maturità con il mercato e i consumi. E chiamano a rapporto alla Dogana Veneta di Lazise esponenti di Horeca e Grande Distribuzione e mercati esteri per capire come crescere, come fare meglio, come trovare una identità più precisa verso il pubblico dei wine-lovers. Con due novità annunciate: il Garda Doc Low Alcol (prima denominazione a farlo) e il Garda Doc Crémant. Il primo, un bianco con uve Garganega e grado alcolico 9%; il secondo uno spumante Metodo classico con effervescenza più discreta, che affiancherà il Metodo classico Garda Doc, vertice qualitativo della denominazione.
"La denominazione Garda Doc rappresenta una delle realtà più promettenti del panorama enologico italiano, con ampie potenzialità di crescita nell’Horeca nazionale – spiega Paolo Fiorini, presidente –. Per questo abbiamo strutturato un progetto che mira a fornire strumenti concreti e dati utili per supportare i produttori. L’obiettivo è costruire un’identità forte e riconoscibile, capace di valorizzare il legame con il territorio unico del Lago di Garda". Il lago e il suo clima temperato, mediterraneo, tra Lombardia e Veneto, protetto dalle montagne e affacciato sul bacino più grande d’Italia fanno di questa Doc un territorio unico, dalle caratteristiche pedoclimatiche eccezionali.
Oggi la denominazione spazia su 31.000 ettari di vigneto e vale oltre 20 milioni di bottiglie (con l’obiettivo di raddoppiarle nei prossimi 10 anni) e copre come un ombrello i vini varietali delle 10 zone storiche dell’area lacustre gardesana: Valtenesi, San Martino della Battaglia, Lugana, Colli Mantovani, Custoza, Bardolino, Valpolicella, Valdadige, Durello, Soave. Gli utilizzatori della Doc sono 250 e le uve più coltivate sono Garganega, Pinot grigio e Trebbiano di Lugana tra i bianchi, e Corvina, Merlot e Cabernet tra i rossi. "L’obiettivo che ci siamo posti, e su cui continueremo a lavorare, è far capire il ventaglio di opportunità che questa Doc può offrire, muovendoci parallelamente e senza mai entrare in contrasto con le denominazioni storiche. Garda Doc mira a mettere tutti gli utilizzatori in condizioni di sfruttare al massimo quello che questo areale può dare", spiega Carlo Alberto Panont, direttore del Consorzio.
Un valore riconosciuto dal mercato. "La denominazione Garda Doc ha tutte le caratteristiche per affermarsi come un riferimento nel panorama enologico internazionale: vini dal profilo moderno, accessibili ma mai banali. E poi c’è il legame profondo con un territorio unico, il lago di Garda, con il suo clima mite, la bellezza paesaggistica e la cultura dell’accoglienza, che conferisce ai vini un’identità forte e riconoscibile", afferma Christoph Mack, ceo di Mack & Schühle, un colosso della distribuzione di vini in Germania. Daniele Colombo, category manager Vino di Esselunga aggiunge: "Nel panorama vitivinicolo attuale la denominazione DOC Garda ha interessanti potenzialità di crescita, anche grazie alla notorietà internazionale di questo territorio". "Si sta costruendo un modello dove convivono più identità sotto una visione comune. È un progetto basato sulla condivisione di valori, intenti e prospettive, che punta sull’interconnessione tra valore e origine", fa sintesi Fabio Piccoli, fondatore di Wine Meridian. "Nasce un sistema territoriale davvero contemporaneo. Per la prima volta un consorzio guarda con chiarezza, senza timori e con coraggio, direttamente al consumatore finale".