Il Festival al via Fratelli di Sanremo l’Italia s’è desta Con Mattarella e Benigni

La prima volta di un presidente all’Ariston. Vertici Rai: non sapevamo nulla. Roberto celebra i 75 anni della Costituzione. E il capo di Stato si commuove

di Piero Degli Antoni

Fratelli di Sanremo. Per la prima volta un presidente della Repubblica presenzia al Festival. Sergio Mattarella, accompagnato dalla figlia Laura (entrambi in rigoroso abito scuro) ha salutato il pubblico da un palco sistemato sulla sinistra (pare che gli altissimi dirigenti Rai siano stati avvertiti solo all’ultimo momento, addirittura la presidente Marinella Soldi ieri mattina, perché tutto era stato gestito da Amadeus e dal suo agente Lucio Presta – parecchia irritazione ai piani alti di viale Mazzini). È subito arrivato Roberto Benigni, chiamato a celebrare il 75° anniversario della Costituzione.

Per qualche minuto ha scherzato bonariamente con Mattarella: "Lei è al secondo mandato, Amadeus è al quarto e già pretende il quinto. Le chiedo: ma è costituzionale?". E ancora: "Amadeus gliel’ha detto quanto dura una puntata di Sanremo? Se vuole a un certo punto se ne può anche andare...". (E infatti Mattarella ha saggiamente abbandonato l’Ariston subito dopo l’esibizione di Benigni). Poi però, com’è suo stile, Benigni è passato all’orazione seria: "Cosa c’entra la Costituzione con Sanremo? Tutte e due sono opere d’arte. È evocativa e rivoluzionaria, è uno schiaffo al potere, ci fa sentire che un mondo migliore è possibile. Un miracolo. E sapete chi c’era fra i 556 padri costituenti? Bernardo Mattarella, padre del Presidente (il quale si è commosso, portando una mano sul cuore). Potremmo dire che la Costituzione è sua sorella, Presidente". Poi: "L’articolo più bello è l’11, “L’Italia ripudia la guerra“. Pensate se anche tutti gli altri Paesi l’avessero adottato: non ci sarebbero più guerre, nessun Paese invaderebbe un altro". Ancora: "Il mio articolo preferito è il 21, “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero“. Perché nel ventennio fascista non era così, potevano entrarti in casa e portarti via perché non eri d’accordo col potere. L’articolo 21 ci ha liberato dall’obbligo di avere paura. In Paesi molto vicini a noi gli oppositori vengono incarcerati o avvelenati. E in altri Paesi si viene perseguitati perché si balla o si mostrano i capelli".

A svegliare gli spettatori ci ha pensato Blanco: durante la sua esibizione, verso mezzanotte, il giovane artista ha divelto furioso tutti i vasi di fiori che abbellivano il palco, nello sbigottimento generale. La spiegazione? "Non sentivo la voce, non riuscivo a cantare, così ho pensato che volevo divertirmi lo stesso". Solo l’aplomb celestiale di Amadeus è riuscito ad ammansire l’artista imbufalito. "Era dai tempi di Bugo e Morgan che non succedeva qualcosa del genere" ha scherzato Amadeus mentre Morandi, con la scopa in mano, provvedeva alla pulizia. Poco prima, il tributo ai 50 anni di carriera dei Pooh: durante l’esibizione di ‘Uomini soli’ sul sipario è stata proiettata l’immagine e la voce di Stefano D’Orazio. Commozione in sala, certe canzoni non muoiono mai.

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