
Jennifer Lawrence, 34 anni, ha presentato in concorso al festival di Cannes il film Die, My Love Lynne Ramsay,. con Robert Pattinson (39 anni, nella foto sotto)
"La maternità ti rende un’aliena", dice Jennifer Lawrence parlando con la stampa, a Cannes, dove è in concorso col film Die, My Love, del quale è anche produttrice, insieme a Martin Scorsese. "Non c’è niente di così forte come la depressione post partum. Ti senti isolata: l’ansia estrema e la depressione ti isolano, ti fanno sentire un’aliena". E il film, diretto dalla scozzese Lynne Ramsey, parla proprio di questo. Di una donna che finisce in un abisso di ossessioni, pulsioni distruttive e autodistruttive dopo la nascita del figlio. Nel film Jennifer Lawrence – 34 anni, Oscar 2013 per Il lato positivo – è Grace, aspirante scrittrice, che sembrerebbe aver trovato insieme al marito Robert Pattinson il posto ideale per scrivere il suo romanzo. Ma presto il suo equilibrio psichico si disintegra, sotto il peso della maternità e dell’isolamento.
È stata proprio Jennifer Lawrence a proporre alla regista il romanzo del 2017 della scrittrice argentina Ariana Harwicz – in Italia Ammazzati, amore mio – da cui il film è tratto. "Quando ho letto il libro l’ho trovato devastante, potente, vivo. Avevo appena avuto il mio primo figlio, e questo libro mi ha colpita tantissimo. Volevo lavorare da anni con Lynne Ramsay, pensavo “non succederà mai“, ma le ho mandato il progetto, e non riesco ancora a credere che tutto questo sia accaduto". Grace nel film vive una devastazione psichica che Jennifer Lawrence non ha vissuto nella realtà. "Grace sta anche affrontando una crisi d’identità: chi sono come madre? Chi sono come moglie? Sessualmente?"
Quando è stato girato Die, My Love Jennifer Lawrence era incinta di quattro mesi, del suo secondo figlio avuto dal marito, il gallerista Cooke Maroney. L’equilibrio era, per lei, del tutto diverso: "Avevo ormoni che mi facevano sentire benissimo, e mi hanno permesso di attingere a emozioni così viscerali come quelle del personaggio nel film". Ma è molto chiara, quando dice: "Avere dei figli ti cambia tutto, ti cambia completamente la vita. È qualcosa di immenso, di incredibile: i figli mi hanno insegnato tanto anche per il mio lavoro, che ha a che fare con le emozioni. Mi hanno aperto un mondo, dato un sesto senso, una sensibilità estrema. Sono la cosa migliore della mia vita. I figli ti insegnano le emozioni. Se volete fare gli attori, fate dei figli!"
Anche per Robert Pattinson affrontare il suo personaggio non è stato semplice. "Questo film è stato un uragano, qualcosa di abrasivo, di oscuro. Come ci si comporta di fronte al dolore degli altri, di fronte ai problemi mentali? Il mio personaggio Lui è solo un ragazzo, che spera che la relazione torni come era all’inizio". Nella realtà, Pattinson, 39 anni, è lontano, anche lui, dai tormenti della coppia del film. È da poco padre felice, di una figlia avuta dalla compagna Suki Watherhouse. "Da quando mio figlio è nato, ha riacceso qualcosa in me. Mi ha completamente trasformato, voglio stare solo con lui".
Le affermazioni vere e soprattutto coraggiose di una diva come Lawrence sull’ammissione della democratica esistenza di “lati oscuri“ naturalmente connessi in lei come in molte donne con la maternità, e con le sue gioie, sono però diventate subito – fraintese? avvelenate dell’aria sempre più reazionaria che respiriamo ogni giorno? – oggetto d’attacco sui social. C’è chi ha commentato su Facebook: "Ma sì, descriviamo la maternità come un periodo iperstressante e oscuro, facciamone un ritratto di m…, è quello che ci vuole", fino all’ imprescindibile: "questi sono gli stessi progressisti che sostengono che pagare una donna per subire una gravidanza e poi vendere il proprio figlio sia un atto d’amore".