Da stasera 'Il commissario Ricciardi 2'. E inizia la stagione dell'amore

Su Raiuno la seconda stagione della serie con Lino Guanciale. "È un personaggio con un’emotività trattenuta. Ma c’è un’accelerazione"

Lino Guanciale, 43 anni, nei panni del commissario Ricciardi

Lino Guanciale, 43 anni, nei panni del commissario Ricciardi

In molte lo desiderano, e manifestano senza timidezza il loro interesse. Un’attrazione comprensibile per un uomo, sì un po’ tenebroso, ma certo affascinante e con una posizione di rilievo come quella di commissario della Mobile di Napoli. Lui si nega, resiste all’assedio, e non perché insensibile al fascino femminile. È che Luigi Alfredo Ricciardi non vuole avere figli per non trasmettere loro la facoltà, ereditata dalla madre, di vedere i morti di morte violenta e sentirne la voce: un dono, forse, utile per il suo lavoro, ma una dannazione per la sua vita. Nella seconda stagione de Il commissario Ricciardi, quattro serate in onda su Raiuno da stasera, regia di Gianpaolo Tescari (subentrato ad Alessandro D’Alatri) la stoica resistenza del tormentato commissario interpretato da Lino Guanciale, inizia però a scricchiolare. Sembra dischiudersi per lui, e anche per altri personaggi come il medico legale impersonato da Enrico Ianniello, la stagione dell’amore. "Nella prima stagione si erano iniziate a vedere diverse crepe nella sua corazza, ma ora – anticipa Guanciale – quelle crepe diventano falle e Ricciardi sente di meritarsi un po’ di felicità".

Tratte dai romanzi di Maurizio De Giovanni, le storie fondono giallo e mistero, tocchi di melò e di soprannaturale, in una Napoli anni Trenta magnificamente ricostruita dallo scenografo Francesco Frigerio. Spiega Guanciale: "Già nei romanzi c’è in Ricciardi una crescente consapevolezza sul posto da riservare all’amore nella propria vita. Questa è una lunga storia di formazione e i primi dodici romanzi sono un ciclo che racconta un’educazione emotiva e sentimentale. In queste quattro nuove puntate, per quanto riguarda questo aspetto, si assiste a una turbo accelerazione".

Una fortuna e una responsabilità tradurre in un racconto per immagini le pagine di romanzi importanti. "Ogni lettore di De Giovanni si è immaginato quella Napoli e i vari personaggi, per cui – dice Tescari – si rischia di deluderlo. Ma allo stesso tempo le opere sono come rocce su cui si possono scolpire tutti i personaggi, da quelli principali a quelli minori, conservandone spessore e verità". Tra questi, il brigadiere Maione (uno straordinario Antonio Milo).

Interprete di tante serie di successo, Lino Guanciale cesella il suo commissario Ricciardi procedendo, spiega, per sottrazione. "Nel mio percorso ho avuto sempre la possibilità di fare personaggi che mi mettessero profondamente in discussione. In questo caso si è trattato di scalare una montagna altissima, una sfida bellissima e complicata. Questo era un personaggio – spiega – da affrontare tutto in sottrazione, come non avevo mai fatto in passato. Già nella prima stagione, con D’Alatri, avevamo stabilito che tutta la sensibilità di Ricciardi, la sua emotività grande e trattenuta, dovesse passare attraverso piccoli gesti, dettagli, come le mani sempre in tasca per non rivelarne il tremore, e soprattutto attraverso lo sguardo".

 

 

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