I pesci non dormono in modo molto diverso dagli esseri umani

Ci sono più similitudini di quanto si pensasse tra l'attività cerebrale di un pesce e di un uomo durante il sonno

Un esemplare di pesce zebra

Un esemplare di pesce zebra

Il sonno è un processo profondamente radicato nelle specie animali, ma la sua origine evolutiva è un rebus scientifico di non facile soluzione. Ora un team della Stanford University sostiene di avere scoperto che l'attività cerebrale del pesce zebra durante le ore di riposo è  simile a quella umana. Si tratta di un'affermazione molto rilevante, in quanto implica che, a livello del cervello, i meccanismi base del sonno si sarebbero evoluti prima che la vita lasciasse gli oceani per colonizzare la terraferma.

Sogni d'oro pesce zebra 

"È molto eccitante pensare che il sonno e le sue funzioni siano così altamente conservati", sottolinea in un'intervista il neuroscienziato Philippe Mourrain, primo autore della ricerca. Per questo lavoro il suo team ha progettato un particolare microscopio, utile per eseguire un dettagliato imaging diagnostico di un pesce dormiente. L'esperimento descritto su Nature è stato eseguito su un esemplare di pesce zebra, i cui parametri relativi al sonno sono stati monitorati mentre era immobilizzato in una sostanza gelatinosa. "Registrando l'attività cerebrale, l'attività dei muscoli del tronco, il battito cardiaco e il movimento degli occhi, abbiamo inventato una polisonnografia per il pesce", spiega Mourrain.

Dormire come un pesce

La strumentazione ha registrato un sonno 'a scoppio ritardato', caratterizzato da un rallentamento delle funzioni cerebrali, in modo simile a quel che accade in fase REM. C'è da considerare che, in mancanza di palpebre, il pesce zebra non manifesta rapidi movimenti oculari (Rapid Eye Movement, da cui l'acronimo REM) come gli esseri umani. Tuttavia, dicono gli scienziati, i suoi muscoli si rilassarono, la frequenza cardiaca rallenta e diventa meno consapevole di ciò che lo circonda. "Quando abbiamo iniziato a osservare le attività nel pesce zebra, siamo rimasti sbalorditi dal fatto che, nonostante non fossero identiche, i modelli [cerebrali] condividevano molte caratteristiche viste in altri animali"

Che risvolti ci sono?

Secondo gli autori, la scoperta sposta indietro di almeno 450 milioni di anni l'evoluzione delle basi neurali del sonno. L'altro aspetto scientifico a destare interesse riguarda l'essere riusciti a registrare l'attività di un cervello lungo appena un millimetro. A tale proposito, l'equipe ritiene che sia possibile sfruttare la tecnologia per realizzare screening più accurati sui nuovi farmaci, in particolare ipnotici e anestetici. Questo studio, concludono i ricercatori, "apre la porta allo sviluppo e alla profilazione di nuovi farmaci per il sonno, con una risoluzione molto più elevata in tutto il cervello e l'organismo, impossibile da replicare nel corpo di un topo o di un essere umano".
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