Mercoledì 24 Aprile 2024

I nuovi social suonano musica vintage Negli Usa il mercato premia le vecchie star

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Qual è la serata più attesa del prossimo Sanremo? Quella davvero più attesa perché musicalmente più divertente? Facile: la serata delle cover. Con tutto il rispetto, ma a infrangere i torpori festivalieri del grande pubblico sarà il primo ascolto dell’inedito di Aka7even o la performace di Emma e della Michielin che duetteranno – si spera ballando – “hit me baby one more time“ di Britney Spears? Sarà l’inedito Romano o Sarcina che sfida (Live and Let Die!) Paul McCartney? Poi magari alla radio passeranno dopo, per qualche mese, anche le nuove canzoni 2022: ma vuoi mettere la soddisfazione e il conforto del pop usato sicuro? Negli Usa è uno stato di fatto, secondo quanto pubblicato su The Atlantic, a firma Ted Gioia: "Il mercato della nuova musica si sta effettivamente riducendo, tutta la crescita del mercato viene da vecchie canzoni", scrive l’esperto. Citando dati: le vecchie canzoni sono il 70% del mercato musicale Usa, i 200 nuovi brani più popolari rappresentano meno del 5% degli stream (3 anni fa il 15%); l’attuale elenco dei brani più scaricati su iTunes è pieno di nomi di band del secolo scorso, come i Police. Su TikTok è tutto un rilanciare Stevie Nicks e Billy Joel, sulle piattaforme gli algoritmi promuovono quel che è noto, mentre i dischi comprati, sono i vinili. Un circolo vizioso, in espansione: è chiaro che l’area principale di investimento delle Major musicali (Universal, Sony, Warner) non sono i giovani e il futuro ma i cataloghi dei grandi vecchi, da Dylan al Boss.

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