Lunedì 23 Giugno 2025
MARTINA MUZIO
Magazine

I maschi?. Sono fragili

Matteo Martari interprete della serie Netflix "Noi uomini siamo in piena crisi di identità, ne usciremo solo con l’aiuto delle donne" .

Matteo Martari sul set della serie Netflix ’Maschi veri’ (foto in cover Clara Novelli)

Matteo Martari sul set della serie Netflix ’Maschi veri’ (foto in cover Clara Novelli)

Matteo Martari è uno dei volti più interessanti del panorama cinematografico e televisivo italiano. Dopo il debutto nell’opera teatrale ’Un angelo è sceso a Babilonia’ ha dato vita, tra cinema e tv, a personaggi molto diversi tra loro. Dall’uomo romantico all’ispettore tormentato, dal medico empatico a figure più drammatiche e introspettive, dimostrando tutta la sua versatilità e intensità espressiva. Tra i successi l’interpretazione di Luigi Tenco nel film dedicato a Fabrizio De André – Principe libero e la performance nella serie internazionale I Medici, dove si è calato nei panni del banchiere fiorentino Francesco de’Pazzi.

A quali progetti si sta dedicando in questo momento?

"Sono sul set della terza stagione di Cuori, stiamo lavorando con un buon ritmo".

Dopo gli studi all’Alberghiero e varie esperienza come modello cosa l’ha spinta a inseguire il sogno del cinema?

"Ho sempre avuto una grande passione per la recitazione sin dalla più tenera età. Mia madre racconta che da ragazzino, durante le vacanze in montagna, insieme a un amico scrivevamo e mettevamo in scena piccoli spettacoli teatrali, costringendo poi i nostri genitori ad assistere. Per cause di forza maggiore ho scelto la scuola alberghiera e, per diversi anni, ho lavorato nella ristorazione. In seguito sono entrato in un panificio a conduzione familiare, dove sono rimasto a lungo. A un certo punto però ho sentito il bisogno di cambiare, di prendere le distanze dalle mie radici per capire quale fosse la mia strada"

E quindi?

"Mi sono trasferito a Milano. Ho ricominciato facendo il cameriere, poi è arrivata l’occasione di lavorare nel mondo della moda, dove sono rimasto circa quattro anni. In quel periodo si è aperta la possibilità di frequentare la scuola di teatro Quelli di Grock e da lì la strada della recitazione".

Cosa le hanno lasciato queste esperienze?

"Lavorare nella moda mi ha aiutato a entrare in confidenza con l’obiettivo – prima della macchina fotografica e poi della cinepresa – strumenti che inizialmente possono mettere in soggezione. Fare il cameriere, invece, mi ha permesso di incontrare tante persone e di relazionarmi con mondi diversi dal mio, un aspetto sicuramente costruttivo".

Ha esordito in teatro per poi spostarsi alla televisione. Le piacerebbe tornare sul palcoscenico magari con uno spettacolo tutto suo?

"È un desiderio che esiste, ma senza la pretesa di fare tutto da solo. Mi affiderei a qualche giovane scrittore, ce ne sono molti che scrivono davvero bene".

Cosa significa per lei interpretare un personaggio?

"Ogni volta è come fare una scoperta. Il lavoro d’attore richiede un vero e proprio studio psicologico. Bisogna lasciarsi guidare dal personaggio mettendoci qualcosa di proprio ma fino a un certo punto".

C’è qualcosa che le fa rifiutare subito una parte?

"Se dopo aver letto il copione non sento niente, valuto altre proposte. Il personaggio deve stimolarmi qualche interesse o curiosità, così come la storia".

Cosa apprezza di più del suo mestiere?

"La possibilità di offrire una distrazione a chi ci guarda. Da un punto di vista più personale ed egoistico, è un arricchimento continuo: hai la fortuna di entrare in contatto con tante persone, in contesti e momenti diversi, ascoltando le loro storie e imparando sempre qualcosa di nuovo".

La notorietà l’ha cambiata?

"(Ride). Sì ora saluto più persone di prima. Quando facevo il pane salutavo giusto i clienti del negozio, adesso mi capita di poter dire ciao a più persone".

Cosa fa quando non lavora?

"Amo la montagna in tutte le sue declinazioni, estate e inverno. È il mio luogo".

Che ruolo ha l’amore nella sua vita?

"Fondamentale, anche se al momento non c’è. Innamorarsi è una fortuna che regala stati d’animo preziosissimi".

Esistono ancora grandi amori come quelli che si vedono al cinema?

"Assolutamente sì. Ho incontrato dopo tanto tempo una coppia di ristoratori in pensione che ha lavorato insieme quasi cinquant’anni nello stesso locale, pranzo e cena. Mi è venuto naturale chiedere ’Ora cosa farete? Lui ha guardato lei e mi ha risposto: ’Finalmente mi godo mia moglie’. Ecco questo per me è una prova che il grande amore esiste".

Tra i suoi ultimi lavori la serie Maschi Veri da poco in onda su Netflix. Gli uomini stanno attraversando una crisi d’identità?

"Sicuramente sì.Speriamo di uscirne decostruiti, ma credo questo accadrà solo con l’aiuto delle donne, non facendoci la guerra ma aiutandoci reciprocamente a evolvere".