Mercoledì 24 Aprile 2024

I Maneskin al ballo di Elvis. Cannes è rock

La band italiana esegue una cover nel film di Luhrmann e sfila sul red carpet. Al festival anche i biopic di David Bowie e Jerry Lee Lewis

Andrea Martini

Autrice controversa dal sicuro talento ma dagli esiti alternanti (premio alla regia, solo due mesi fa Berlino, per Avec amour et acharnement) Claire Denis in Stars at noon conduce lo spettatore sulle tracce di una giovane giornalista nel Nicaragua degli anni Ottanta. È l’epoca di Ortega e dei Contras e, come già sulle pagine del romanzo di Denis Johnson, Managua è deserta, attraversata solo da militari e polizia. La ragazza è avvenente (Margaret Qualley figlia di ‎Andie MacDowell) e spregiudicata, ha contatti col potere locale ma ne è anche controllata. È solo una giornalista o è un’esca al servizio di imprecisati servizi? E chi è il sedicente uomo d’affari inglese di cui subitamente s’innamora? Il sole splende alto ma la vicenda è a dir poco nebulosa. All’inizio il mistero irrita poi con l’avanzare della vicenda, intrisa di passione, paura e tradimento, prende il sopravvento il fascino e si resta inconsapevolmente intrappolati in un thriller, senza esito, dal richiamo arcano.

L’iraniano Saeed Roustaee (Sei milioni e mezzo) è un autore popolare lontano dal rigore di registi come Farhadi e Panaih ma non a priori meno interessante. Purtroppo, Leila e i fratelli, dopo un inizio arioso e promettente, si contrae in una sorta di dramma familiare a sfondo edificante che nonostante la drammaticità dei fatti non coinvolge. Leila è la sola donna di cinque fratelli ed è l’unica, nonostante abbia sacrificato la vita per gli uomini di casa, a essere consapevole dell’amaro destino in cui il nucleo familiare va incontro. È lei a trovare una possibile soluzione, ma i fratelli non le permettono di metterla in pratica. Per di più il vecchio padre ipoteca la povera casa per la vanità d’esser nominato padrino del clan di cui non è che l’ultima rotella. L’andamento è da soap opera anche se il valore della denuncia rende plausibile l’indulgenza.

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