Mercoledì 24 Aprile 2024

I fratelli Mann e la rivalità per corrispondenza

Critici verso le opere e le idee politiche dell’uno e dell’altro, il carteggio dei due scrittori svela anche il sentimento profondo che li univa

di Roberto

Giardina

Heinrich e Thomas, fratelli e rivali, così diversi in apparenza, divisi dalla politica e dall’arte, uniti da un oscuro grumo familiare, che cercavano di non vedere. Come si possono intendere Heinrich l’autore del Professor Unrath, da cui fu tratto l’Angelo Azzurro, denso di sesso a poco prezzo nel locale dove canta Lola dalle calze smagliate, e il Thomas di Morte a Venezia, un amore inconfessabile, fatto di sguardi con l’efebico adolescente Tadszo nel lusso dell’Hotel des Bains al Lido? Eppure, a leggere bene, i due fratelli raccontano un amore fatale, la passione per loro conduce alla distruzione e alla morte.

I fratelli Mann attraversano la storia del XX secolo, legati dalle loro lettere, con molti vuoti, e ombre. Non si è sempre sinceri quando si scrive, neppure a un fratello. L’editore Fischer pubblica (il 25 agosto) Der Briefwechsel, la loro corrispondenza, curata da Kathrin Benedig, direttrice dell’archivio Thomas Mann di Zurigo (816 pagine; 32 euro). Una prima edizione, incompleta, con 272 lettere, era apparsa nel lontano 1968, tradotta da Rosellina Archinto nel 1999, con il bel titolo ma fuorviante La montagna del disincanto. Ora le lettere sono 372, 281 di Thomas, 92 di Heinrich, e quattro di Katia la moglie di Thomas. Un epistolario sbilanciato, purtroppo sono andate perdute le lettere di Heinrich dal 1904 al 1918.

Da giovani, Heinrich è del 1871, Thomas del 1875, vanno insieme a Palestrina, nel 1896. Heinrich scrive racconti, Thomas incomincia I Buddenbrook. Palestrina apparirà nel Doktor Faustus, uno scrittore non butta mai via nulla. Nel 1900 Heinrich conosce il primo grande successo con Nel paese della cuccagna, ritratto ironico e spietato della Berlino fine secolo. Thomas è geloso del fratello, ma l’anno dopo pubblica I Buddenbrook, saga della loro famiglia. Anni fa, andai nella loro natale Lubecca, e conversai con l’anziana libraria, nella Breitestrasse, la via principale. Lei era per Heinrich. I due fratelli hanno diviso il mondo letterario tedesco fino ad oggi, si parteggia per l’uno o l’altro, per la simpatia umana, o per l’impegno politico, non per il valore letterario.

Il 5 dicembre del 1903, Thomas si vanta di aver venduto 13mila copie. È appena uscito Caccia all’amore di Heinrich, un intrigo erotico nella Monaco dove si è trasferita la famiglia. A Thomas non piace: Il 15 dicembre rimprovera al fratello di essere caduto nella trappola della letteratura tedesca "pervasa da un permanente e stancante odor di carne". Lo accusa tra le righe di seguire la moda per vendere di più. La risposta di Heinrich è perfida: "Che vuoi sapere tu dell’amore e del sesso…". Un’aperta allusione alle tendenze omosessuali del fratello, che Thomas soffoca, ma sono note in famiglia. "Noi di certo siamo amici", chiude il litigio Thomas.

Saranno divisi dalla guerra, che Thomas accoglie con entusiasmo, come molti scrittori e artisti del tempo. Invece Heinrich è disperato, e si accusa di non aver intuito la catastrofe imminente. È un contrasto profondo, e non si scriveranno dal 1918 per tre anni. I romanzi di Heinrich continuano ad avere successo, è lo scrittore della Repubblica di Weimar. Nel 1921 viene candidato al Nobel, forse Thomas pensa che dovrebbe andare a lui, invece sarà premiato Anatol France. "Che stupido premio, commenta Thomas il 21 maggio, avrebbero dovuto premiare noi due insieme, ma i giurati non oseranno mai". Lo vince nel 1929 ma non è contento: gli viene dato per I Buddenbrook e non per La montagna incantata, uscito nel ’24, che considera il suo capolavoro. "Allora, scrive, potevano darmelo già molti anni fa".

Arriva Hitler, i libri dei fratelli vengono bruciati insieme a Berlino dai nazisti, ma Heinrich già febbraio è fuggito a Parigi. Thomas è restio a lasciare la Germania, a lui non oseranno far del male. Alla fine amici e figli lo convincono. Andrà in Svizzera. I fratelli, da lontano, continuano a scambiarsi elogi per le loro opere, ma almeno Thomas mente, come si scopre leggendo i suoi diari. Una menzogna per affetto. I romanzi di Heinrich sono lontani dal suo gusto. Si ritrovano in esilio a Los Angeles. Thomas è corteggiato, tiene conferenze, guadagna bene, mantiene i figli, e anche il fratello, che raccomanda ai produttori di Hollywood. Ma Heinrich, come Bertold Brecht, non riesce a lavorare in America. Nel ’39 ha sposato Nelly Kröger, di 27 anni più giovane, figlia illegittima di una cameriera di Lubecca. Heinrich non osa condurla in visita nella villa del fratello. Nelly beve, nel ’44 si toglie la vita. Nel ’49, Heinrich diventa presidente dell’Accademia delle arti a Berlino Est e provoca problemi anche al fratello.

I Mann, come Marlene Dietrich, come Brecht sono sospetti filocomunisti per l´FBI. Thomas torna a Zurigo, Heinrich muore a Santa Monica nel 1950. Pochi mesi prima ancora Thomas si rammarica. "Quel Nobel dovevano darlo a noi due fratelli". Le ceneri di Heinrich saranno portate a Berlino Est nel 1961, l’anno in cui viene costruito il “muro“. Le Germanie sono divise, come Heinrich e Thomas. Ma uniti nel profondo.

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