Mercoledì 24 Aprile 2024

I diari e le foto di una vita da Signorina Snob

I documenti privati di Franca Valeri raccolti in un Fondo dell’Accademia dei Filodrammatici. Ci sono anche i suoi bozzetti per l’opera

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di Claudio

Cumani

Quando le chiedevano quale era stato l’incontro più importante della sua vita, lei rispondeva: "Con me stessa". Divina, indimenticabile Franca. Attrice, scrittrice, regista, certo, ma soprattutto disincantata, ironica, colta, graffiante e intelligente mattatrice di un Novecento e dintorni da raccontare con garbata crudeltà e con lo sguardo obliquo. Al cinema, in teatro, sui palchi d’opera, in tv, nelle pagine dei libri perché, diceva, "l’importante è fare quello che ti piace". Questo e tanto altro era Franca Valeri.

Se ne è andata il 9 agosto di due anni fa, a cento anni compiuti nella sua appartata casa romana, la creatrice della “Sora Cecioni“ e della “Signorina Snob“ e adesso buona parte delle testimonianze della sua lunga parabola d’artista rivivono nel Fondo che lei stessa ha donato nel 2019 all’Accademia dei Filodrammatici di Milano di cui è stata socia (anche onoraria) per decenni.

Foto, tante foto (2200) ma anche copioni scarabocchiati e corretti (un centinaio), bozzetti di abiti di scena, disegni, locandine, lettere personali, onorificenze. E ovviamente, in quanto entusiasta melomane, molti spartiti musicali. E ancora inediti assoluti come i suoi disegni a tempera che riproducono i personaggi di quel Risveglio di primavera di Wedekind a suo tempo censurato per i risvolti sessuali peraltro lodati da Lacan. Tutto questo patrimonio, dichiarato d’interesse storico dal ministero della Cultura, dopo essere stato interamente catalogato ed archiviato da Lucia Fagnoni, è ora consultabile fisicamente per i ricercatori nella sede dell’Accademia e da ieri in parte anche on line.

Sono certamente le immagini la parte più attraente del Fondo. Franca che misura la circonferenza del capo all’amico di sempre Alberto Sordi ("avevamo un’ottima sintonia e al cinema funzionavamo bene"); Franca con Anna Magnani, con Vittorio De Sica, con il marito Vittorio Caprioli; Franca al mare o in camerino; Franca che semplicemente sorride gioiosamente sovrappensiero.

"Un archivio personale che racconta oltre settant’anni di professione", dice la presidente dell’Accademia Antonia Chiodi, che promette altre iniziative per non disperdere un talento eccezionale. E di talento lei ne aveva, eccome. Si chiamava in realtà Franca Norsa (e nel Fondo sono conservati alcuni suoi disegni infantili firmati proprio con quel nome), era nata a Milano e Valeri lo assunse come nome d’arte pensando al poeta Paul Valéry. Cominciò a recitare da adolescente, visse da ebrea la tragedia della guerra, attraversò le stagioni ruggenti dello spettacolo italiano. "Non ho deciso di diventare attrice per caso – diceva- Per me era l’unica possibilità e l’ho fortemente voluta".

La Cecioni l’ha inventata spiando una signora che di giorno faceva le pulizie a casa sua e la sera stava al guardaroba del teatro Valle, la Signorina Snob se l’è cucita sulla pelle facendo sbocciare da quel personaggio una cascata di altre ragazze snob per altre attrici. "Perché la donna è comica per natura", ripeteva. Non amava il femminismo ("non ho mai aderito a certe marce perché credo che con gli uomini si debba andare d’accordo"), ha avuto pochi ma lunghi amori ("mi sono scelta gli uomini adatti a me"), ha condiviso durature amicizia ("Mastroianni e la moglie mi accompagnarono in viaggio di nozze a Parigi").

Non ha mai voluto parlare di rimpianti e nostalgie "perché si arriva a un punto della vita in cui le cose si vedono da lassù". A chi le chiedeva il perché del suo eterno caschetto rispondeva che era un tipo fedele e andava dallo stesso parrucchiere da sessant’anni.

Così, scorrendo le immagini ora raccolte nel Fondo, emerge davvero il suo personalissimo marchio di fabbrica fatto di grinta, ironia e generosità. Una carriera, diceva lei, di donna sola.

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