di Claudio Cumani Quando le chiedevano quale era stato l’incontro più importante della sua vita, lei rispondeva: "Con me stessa". Divina, indimenticabile Franca. Attrice, scrittrice, regista, certo, ma soprattutto disincantata, ironica, colta, graffiante e intelligente mattatrice di un Novecento e dintorni da raccontare con garbata crudeltà e con lo sguardo obliquo. Al cinema, in teatro, sui palchi d’opera, in tv, nelle pagine dei libri perché, diceva, "l’importante è fare quello che ti piace". Questo e tanto altro era Franca Valeri. Se ne è andata il 9 agosto di due anni fa, a cento anni compiuti nella sua appartata casa romana, la creatrice della “Sora Cecioni“ e della “Signorina Snob“ e adesso buona parte delle testimonianze della sua lunga parabola d’artista rivivono nel Fondo che lei stessa ha donato nel 2019 all’Accademia dei Filodrammatici di Milano di cui è stata socia (anche onoraria) per decenni. Foto, tante foto (2200) ma anche copioni scarabocchiati e corretti (un centinaio), bozzetti di abiti di scena, disegni, locandine, lettere personali, onorificenze. E ovviamente, in quanto entusiasta melomane, molti spartiti musicali. E ancora inediti assoluti come i suoi disegni a tempera che riproducono i personaggi di quel Risveglio di primavera di Wedekind a suo tempo censurato per i risvolti sessuali peraltro lodati da Lacan. Tutto questo patrimonio, dichiarato d’interesse storico dal ministero della Cultura, dopo essere stato interamente catalogato ed archiviato da Lucia Fagnoni, è ora consultabile fisicamente per i ricercatori nella sede dell’Accademia e da ieri in parte anche on line. Sono certamente le immagini la parte più attraente del Fondo. Franca che misura la circonferenza del capo all’amico di sempre Alberto Sordi ("avevamo un’ottima sintonia e al cinema funzionavamo bene"); Franca con Anna Magnani, con Vittorio De Sica, con il marito Vittorio Caprioli; Franca al mare o in camerino; Franca che semplicemente sorride gioiosamente sovrappensiero. ...
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