Giovedì 18 Aprile 2024

I cinque blues di Monterossi Con ironia e in forma di racconto

L’arte del racconto è davvero difficile. Ma se indovini la giusta formula, allora sei a posto. È quel che accade a uno scrittore come Alessandro Robecchi che, per Sellerio, mette in campo una raccolta di racconti già apparsi in varie antologie negli ultimi dieci anni. Protagonista Carlo Monterossi (in tv ha la faccia di Fabrizio Bentivoglio), che si muove con ironia e disincanto in una Milano da amareodiare con le sue luci e le sue ombre. Cinque racconti (Il tavolo; Killer. La gita in Brianza; Doppio misto; Piccola suite borghese; Occhi), un misto di detective story e situazioni tragicomiche (con occhio compiaciuto al lettore).

Raccontare le trame serve fino a un certo punto perché è il metodo che conta. Meglio: il contesto. E quindi, per sommi capi, il lettore sappia che Il tavolo vede assoluto protagonista Carlo, beffato: i suoi (corposi) risparmi sono svaniti nelle tasche di un imbroglione; Killer, storia di un piccolo e antipatico cagnolino rapito a una bella signora, ma poi si scopre che la storia è un po’ più complessa; Doppio misto, con moglie e marito che si rivolgono alla stessa “agenzia” per farsi fuori (agenzia di persone perbene, dotate di un’etica professionale limpida e corretta); Piccola suite borghese con un’azienda che va a gonfie vele e che qualcuno vuole vendere ai cinesi (ma qualcun altro non vuole che l’operazione riesca); Occhi, tristeamara vicenda di un erede che di eredità vuol saperne il giusto.

Poi, certo, alcuni racconti sono meglio di altri. Chi scrive propende per Killer e Piccola suite borghese, ma sono gusti, tutti e cinque i blues scendono giù che è un piacere. Però, il lettore si concentri anche (soprattutto?) sulla nota introduttiva di Robecchi che parte da una citazione di Stephen King ("un racconto è come un bacio veloce, nel buio, ricevuto da uno sconosciuto") e che poi ci regala chicche di, chiamiamola così, metodologia letteraria. Una su tutte: un "racconto è più simile a un elastico, che si può tendere fino a un certo punto, e poi scatta come una molla verso la sua soluzione".

Francesco Ghidetti

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