Giovedì 18 Aprile 2024

‘I cacciatori del cielo’, Beppe Fiorello porta in tv l’aviatore eroe Francesco Baracca

Mercoledì 29 marzo andrà in onda in prima assoluta su Rai1 il docu-film realizzato per i 100 anni dell'Aeronautica Italiana

Giuseppe Fiorello sul set de 'I cacciatori del cielo'

Giuseppe Fiorello sul set de 'I cacciatori del cielo'

Beppe Fiorello nei panni di Francesco Baracca, ‘l’asso dei cieli’ e orgoglio nazionale che difese l’Italia durante la prima guerra mondiale. Con 34 abbattimenti di velivoli nemici in 63 combattimenti aerei, l’aviatore è stato considerato a lungo un eroe nazionale, grazie al numero più alto numero di vittorie mai raggiunte tra i piloti di quello che un tempo era il Regio Esercito, prima flotta di quella che poi diventò l’aviazione italiana. Ed è proprio per celebrare i 100 anni dell'Areonautica Italiana che stasera, mercoledì 29 marzo, andrà in onda alle 21.30 su Raiuno ‘I cacciatori del cielo’, primo docu-film sulla storia dell’asso dell’aviazione Francesco Baracca, interpretato da Giuseppe Fiorello e con la regia di Mario Vitale. “Mi chiamo Francesco Baracca. Sono un pilota del Regio Esercito. Prima di diventare aviatore ero al Piemonte Cavalleria. L’aviazione era ancora ai suoi albori, in pochissimi si avventuravano nei cieli. Un giorno assistetti a uno di quei primissimi voli e fu subito una folgorazione! Vedere quell’aereo che si librava nel cielo, vederlo entrare e scomparire tra le nuvole. Capii immediatamente che l’aviazione sarebbe stato il futuro e io volevo farne parte. Poi, il 24 maggio 1915, tutto cambiò”. Inizia così il docu-film prodotto in collaborazione con Rai Documentari, con il patrocinio e la partecipazione dei Ministeri della Difesa e degli Affari Esteri.

Fiorello: “Baracca colpiva il simbolo, non l’uomo”

“Questi uomini erano degli sperimentatori del volo, un modo pionieristico che avrebbe portato al volo moderno. Di Baracca mi ha colpito il momento in cui decide di andare in guerra cercando di non colpire l'uomo, ma il suo simbolo". È Giuseppe Fiorello a raccontare i motivi che lo hanno spinto ad accettare il ruolo di Baracca, “un personaggio di cui conoscevo poco” e che ha voluto interpretare per “portare alla luce qualcosa che si conosce poco o niente”.

Il docu-film

“Ciò che mi ha colpito del docu-film è vedere non solo un grande esperto di volo, ma un uomo dalle gradi doti umane. Si rappresenta un mito, ma anche una persona normale con dei sentimenti ed una vita", spiega Luca Goretti, Capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare. “Si festeggiano cento anni di una forza armata gloriosa e fiore all'occhiello per l'Italia". Il progetto, scritto da Pietro Calderoni e Valter Lupo – con la collaborazione di Mario Vitale e la consulenza storica di Paolo Varriale – racconta le imprese eroiche, la vita e l’amicizia di quei pionieri del volo che si distinsero per le loro azioni e il loro coraggio durante la Prima Guerra Mondiale e le cui gesta gettarono le basi per la nascita dell’Aeronautica Militare avvenuta il 28 marzo 1923.

La trama

‘I cacciatori del cielo’ è un “racconto avvincente che abbraccia temi universali – spiega il regista, Mario Vitale – come amicizia, grandi ideali e l’amore e che intervalla alla fiction vera e propria, arricchita da una serie di interviste ricostruite ai protagonisti della storia interpretati dai rispettivi attori, preziosi materiali di repertorio, sia foto che filmati d’epoca, e animazioni originali”. L’arco narrativo del docu-film parte dal 1915, anno in cui Baracca, Piccio e Piovesan si ritrovano insieme nel campo di aviazione di Santa Caterina, vicino Udine, sede del primo reparto aerei da caccia e del Comando Supremo. L’iniziale difficoltà a resistere contro i raid aerei austroungarici verrà superata dalle innovazioni introdotte dal meccanico Piovesan e dalla maestria di quei pionieri del volo, in primis Baracca, che conseguirà la prima vittoria italiana nella storia dell’Aeronautica, il 7 aprile 1916, a cui ne seguiranno molte altre, rendendolo un’icona nella popolazione italiana, insieme allo stemma del suo aereo, il Cavallino rampante. Un successo che indurrà il Comando Supremo a superare le perplessità iniziali e istituire una squadriglia di élite, la 91esima, per le operazioni particolarmente delicate, affidata a Baracca. La disfatta di Caporetto porterà anche la squadriglia ad abbandonare Santa Caterina per trasferirsi in Veneto, sul campo di aviazione di Quinto, vicino Treviso. Per le loro imprese, Baracca e Piccio ottengono la medaglia d’oro al valor militare, fino alla tragica morte dell’asso degli assi, avvenuta a 30 anni il 19 giugno 1918 nel corso di una missione sul Montello, durante la Battaglia del Piave. La sua morte suscitò grande commozione in tutto il Paese.

Il cast

Giuseppe Fiorello è Francesco Baracca, l’aviatore che per i suoi meriti sarà in breve promosso prima capitano e poi maggiore, assumendo il comando della ‘Squadriglia degli assi’, la 91esima. Ricordato come ‘l’Asso degli assi’ per aver conseguito il maggior numero di vittorie aeree tra i piloti italiani della Grande Guerra, Baracca si impose rapidamente nell’immaginario collettivo del popolo italiano come un vero e proprio eroe nazionale. Accanto a Fiorello, nel cast c’è anche Luciano Scarpa nel ruolo del comandante Pier Ruggero Piccio, altra figura carismatica dell’aviazione italiana e asso della Grande Guerra, in seguito primo Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare. E ancora: Claudia Vismara, che dà il volto a Norina Cristofoli, giovane cantante lirica di Udine che vivrà un’intensa seppur breve storia d’amore con Francesco; Andrea Bosca, che interpreta il personaggio di finzione Bartolomeo Piovesan, meccanico di umili origini addetto alla manutenzione dell’aereo di Baracca e geniale ideatore di fondamentali migliorie nelle prestazioni di volo dei rudimentali velivoli della compagnia. Tra gli altri attori, Ciro Esposito dà il volto a Fulco Ruffo di Calabria, Enzo Garramone veste i panni del Re Vittorio Emanuele II e Rodolfo Corsato di un Colonnello dell’Esercito Italiano, mentre Patrizia La Fonte e Paolo Rozzi interpretano i genitori di Baracca.

Chi era Baracca

Considerato un eroe nazionale, Francesco Baracca è un mito per tanti. Nato a il 9 maggio 1888 a Lugo, in provincia di Ravenna, Baracca fu insignito della Medaglia d’oro al valor militare. Arruolatosi nel 1909 nel Reggimento cavalleria Piemonte Reale, dimostrò fin da subito le due doti da condottiero. Ma fu tre anni dopo, a soli 24 anni, che assistendo a un’esercitazione aerea all’aeroporto di Roma-Centocelle decise di cambiare missione. E iniziò a volare. Rimane un mistero la sua morte. Baracca mori nei cieli del Veneto il 19 giugno 1918, durante la Battaglia del Piave, dopo che una vampata si sprigionò dal suo velivolo, decollato da soli 15 minuti col pieno di carburante. I compagni avvistarono le fiamme dall’aerodromo di Quinto di Treviso, distante svariati chilometri, ma pensarono che Baracca avesse intercettato e abbattuto un velivolo nemico. Secondo una delle tesi che circolano intorno al suo mito, Baracca si sarebbe suicidato: il corpo, ustionato in più punti, presentava una profonda ferita nell'orbita destra, mentre la fondina della pistola era vuota. Altre ricostruzioni, invece, portano sulla pista di un presunto abbattimento da parte di un pilota austro-ungarico.

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