"I 60 anni del mio Zagor, eroe d’altri tempi"

Il personaggio inventato da Bonelli e Ferri si avvicina al traguardo delle 90mila tavole. L’editor: "Il segreto? La contaminazione dei generi"

Zagor, o più precisamente Za-gor-te-nay

Zagor, o più precisamente Za-gor-te-nay

"Buon compleanno, amico mio". Sorride, quasi commosso, Moreno Burattini, l’editor, il grande capo, l’apostolo (chiamatelo come vi pare) di Zagor. Il suo ("no, eddai, scriva il nostro") eroe compie sessant’anni. Il primo albo, uscì il 15 giugno 1961. Una bella età. Una serie incredibilmente vitale. Basti solo una cifra: al mese di maggio 2021 le tavole pubblicate sono 89.969...

Burattini, di salute come sta il nostro eroe?

"Ammetto. Sono di parte. Ma le nude cifre, come si diceva una volta, testimoniano che la situazione, nonostante i tempi faticosi che viviamo, è più che buona. Lo sa quante tavole di Zagor vengono sfornate in media ogni anno? Tremila. Tre-mila. Una produzione, qui in Bonelli, seconda solo a quella di Tex. Mica male, no?".

Già, ma che lettore avete di media? Ragazzi, supponiamo...

"Nel 1961, Zagor nacque rivolgendosi al pubblico dei più giovani (anche per differenziarsi dal più maturo Tex). Poi il target delle storie è cresciuto insieme ai lettori. Ce ne sono di quelli, affezionatissimi, che ci leggono fin dal primo numero. Ma i social e gli incontri con il popolo degli zagoriani ci dimostra che abbiamo aficionados di tutte le età".

Zagor, invenzione di Sergio Bonelli (mitica figura del fumetto europeo) e di Gallieno Ferri (mitica matita del fumetto europeo)...

"Vero. È tutta colpa loro... Ferri aveva 31 anni, Bonelli 29. Si incontrarono nel 1960 e si intesero subito. Ferri disegnava da tempo per il mercato francese, ma voleva un editore italiano. E così fu. Nell’autunno di quell’anno cominciarono a lavorare e, otto mesi dopo, ecco il primo numero dello Spirito con la Scure".

Albi a striscia fino al 1965.

"Sì, allora usava così. L’albo a striscia, che abbiamo ristampato per il numero di giugno, aveva tradizione antica. Nel 1948 il primo Tex era a striscia. L’Italia non era ricca, mancava la carta e i ragazzi avevano pochi soldi. Una formula per far divertire senza costi eccessivi".

Zagor come intrattenimento o vera e propria letteratura a fumetti?

"Discorso complesso. Diciamo tutte e due le cose. Un intrattenimento consapevole delle proprie radici e degli addentellati, fruibile su più piani di lettura, dal più immediato al più colto".

Za-gor-te-nay: nome indiano in dialetto algonchino...

"Nella finzione, significa Spirito con la Scure. In realtà non è davvero algonchino, il nome Za-gor-te-nay è un’invenzione di Bonelli che ne cercava uno esotico e musicale. Ebbe l’idea viaggiando in autostrada. All’inizio aveva pensato ad un nome diverso: Aiax. Poi, entrando a Milano vide la pubblicità di un detersivo e cambiò idea, forse cercando una assonanza con Tarzan".

A proposito di letteratura a fumetti: le citazioni nelle avventure del Nostro sono molte.

"Di più. Zagor è un calderone di citazioni. E di riferimenti culturali. Da Edgar Allan Poe a Darwin a Jefferson a Tocqueville a Fenimore Cooper. Il che dimostra lo spessore culturale delle sue avventure. Senza perdere di vista il divertimento puro".

I nomi che lei cita fanno intuire il periodo storico delle vicende zagoriane.

"Sì, siamo fra gli anni Trenta e Quaranta dell’Ottocento. Altro esempio: viene citata la seconda guerra contro i Seminole che inizia nel 1835".

E i luoghi?

"A sud dei Grandi Laghi, tra Pennsylvania, Ohio e Virginia. Ma Darkwood, la regione dove vive con Cico, è pura fantasia".

Fumetto genere western. Non è limitativo definire così Zagor?

"Anzi, forse è proprio sbagliato. In Zagor c’è il romanzo horror, fantascientifico, avventuroso, giallo, di spionaggio. E in questo sta probabilmente la chiave del successo. C’è l’esaltazione della contaminazione".

Però la chiave sta anche nel fatto che Zagor difende i deboli...

"È il paladino per eccellenza. Recentemente ha preso le parti di un ragazzo gay picchiato. Una novità? No, lo Spirito con la Scure sta sempre dalla parte di chi subisce torti o angherie. E non mi chieda se è di destra o di sinistra. È un uomo di buonsenso. E il buonsenso è trasversale. Come di buonsenso è il suo fedele amico Cico. Cico non è solo una macchietta comica, ma la normalità di noi esseri umani".

Certo che dev’essere una faticaccia fare Zagor.

"Un lavoro durissimo. Pensi che ogni albo ha almeno cinque letture. E qualcosa sfugge lo stesso... Un lavoro che non si vede, visto che per leggere un albo ci vuole circa mezz’ora. Ma la passione supera tutto. Ovviamente, servono talento e preparazione culturale. Se non leggi fumetti, libri, giornali difficilmente puoi mettere in piedi un buon prodotto. Io non mi fermo mai. Lavoro e mi diverto. Rinuncio alle vacanze se ce n’è bisogno".

Ora anche le figure femminili affollano le pagine di Zagor.

"E perché vi meravigliate? Ne vedrete delle belle. C’è una ragazza con le lentiggini che si innamora di lui. Ma non è la bomba sexy che di solito accompagna gli eroi. Cliché ormai, e per fortuna, superati. Di più non posso dirvi".

Programmi per il 2021?

"Il numero di giugno, quello dell’anniversario, regalerà ai lettori la riproduzione anastatica del primo albetto a striscia. In libreria, è iniziata una collana di sette volumi che raccoglierà tutte le storie con Hellingen, l’avversario per antonomasia In autunno arriverà anche la un storia in tandem con il supereroe Flash. Un altro team-up sarà quello con Tex, e un altro ancora con Dragonero. Avremo, insomma, ben tre team-up in un anno. Non male, per un eroe sessantenne".

Ma lei recentemente ha sentito Zagor?

"Sì. E mi ha detto che deve andare a Londra, nei Balcani e passare per l’Italia. Magari nei prossimi mesi ne saprete di più...". Burattini sorride. E al lettore viene l’acquolina in bocca...

 

 

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro