"Striscia la notizia l’ho inventata io, dieci anni prima che la facesse Ricci. Dopo aver visto su Telereporter un tizio che trasmetteva un tg parlando soltanto di quello che avveniva alla Comasina, scrissi il testo di un tg divertente. Lo feci al Derby, poi ad Antenna 3, poi a Risatissima su Canale 5, con l’aiuto di Zuzzurro e Gaspare. Non era qualcosa di simile a quello che avevano già fatto Alighiero Noschese o Walter Chiari: loro imitavano i giornalisti veri. Io invece facevo un tg comico. Siamo al 1978-’79. Dopo il Fantastico con Celentano, per rientrare a Canale 5, Berlusconi mi affidò ad Antonio Ricci. Gli propongo l’idea del telegiornale e lui mi risponde: ‘Belìn, ancora il telegiornale, sono 10 anni che lo fai! È una rottura di scatole’. Due anni dopo, mentre sono a Grand Hotel, un pomeriggio vengono Zuzzurro e Gaspare e mi sussurrano: ‘Ma lo sai che D’Angelo e Greggio stanno facendo le prove per un tg comico?’ Allora mi incavolo e chiamo Silvio – allora lo chiamavi direttamente – e gli racconto tutto. ‘Ma sì’, risponde lui, ‘lo fanno per tre mesi, lasciamoli divertire’. E invece è trent’anni che vanno avanti! Mi piacerebbe che almeno fosse scritto: ‘Da un’idea di Massimo Boldi’". Come giudica la Striscia di oggi? "Mi annoia. Ormai è un programma costruito sui filmati o le segnalazioni della gente. La prima Striscia era un’altra cosa. Identica a quello che facevo io a Risatissima". In questi anni la comicità è cambiata. Pio e Amedeo hanno osato fare una comicità politicamente scorretta... "Sono due personaggi necessari, se vuoi emergere devi essere diverso. Hanno avuto il coraggio – e con loro chi glielo ha consentito – di andare controcorrente". Che ne pensa dei comici che vengono dal web? "Mi fa molto ridere Stefano Musazzi, lo metterei ...
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