Guccini, vecchio Maestrone. "Le canzoni mi commuovono"

Lui, il Maestrone, ha le sembianze di Giovanni Zarri, l’amico “Gioanon” ritratto in primo piano da Giuseppe Pelizza da Volpedo nella sua tela più famosa, quel Quarto stato riveduto e corretto dallo street artist Tvboy sulla copertina di Note di viaggio - Non vi succederà niente in omaggio a Francesco Guccini e alle sue canzoni. L’album esce domani con 12 rivisitazioni per completare il progetto varato meno di un anno fa da Note di viaggio - Venite avanti.

Pure gli altri “proletari” del rifacimento del quadro esposto al Museo del Novecento di Milano hanno volti conosciuti, a cominciare da Mauro Pagani, tessitore di tutta l’operazione, ma anche Emma, Roberto Vecchioni, Vinicio Capossela, Ermal Meta, Petra Magoni, Fabio Ilaqua, Mahmood, Jack Savoretti, Levante. Zucchero spunta nel corteo per intestarsi con fierezza Dio è morto, Fiorella Mannoia Signora Bovary, Gianna Nannini Quello che non....

"Copertina bellissima e, senza nulla togliere al cast dell’altro disco, album più denso di contenuti" taglia corto Guccini, 80 anni, in collegamento da Pavana via Zoom "per evitare contatti ravvicinati del terzo tipo". Nel primo Note di viaggio a reinterpretare i brani del nostro erano stati tra gli altri Elisa, Ligabue, Sangiorgi, Bersani con Carboni, Agnelli, Consoli, Brunori Sas, Zilli, Ayane e Gabbani. Mentre Pagani aggiunge: "Francesco ha fatto parte della storia di tutti noi e avere l’opportunità di “imbiancare” certe sue canzoni assieme a cantanti di questo valore è facile". Covid permettendo, si sta organizzando per Guccini una grande serata all’Arena di Verona in primavera con gran parte del cast dei due dischi. E chissà se vorrà esserci pure lui.

Francesco che effetto le fa ascoltare le sue canzoni in bocca ad altri?

"Forse, come capita gli anziani, un po’ di rincoglionimento m’ha reso più sentimentale di prima. Ma queste canzoni non sono nate per caso, le ho scritte tutte in momenti particolari della mia vita, e riascoltarle oggi mi fa anche commuovere".

Migranti la canta lei assieme ai Musici, la sua band.

"Il testo l’ho scritto su invito di Caterina Caselli un paio di anni fa. La musica l’ha messa poi il mio chitarrista Juan Carlos Biondini. Enzo Iacchetti voleva portarla a Sanremo, ma fu rifiutata. Anzi, forse neppure ascoltata. Enzo s’indignò molto e la cantò per due stagioni di seguito nel suo spettacolo insieme a un altro mio pezzo, Libera nos domine".

Quello delle migrazioni rimane un tema caldo per la politica.

"Sul tema, prima di domandarci cosa manca alla politica sarebbe forse il caso di riflettere su cosa manca alla gente. C’è sempre meno istruzione, non si legge quasi più, si ha paura dell’altro. Ed è su questo che fa aggio il populismo".

Nel primo disco aveva cantato un’altra canzone, Natale a Pavana.

"Sì, con la pistola puntata di Mauro. Registrata quella, Pagani mi ha fatto cantare qualche strofa pure di questa. Ma non ho più la voce ed è meglio che cantino gli altri. Alla domanda se mi mancano i concerti rispondo sempre che mi mancano i dopo-spettacolo con i Musici, quando ci volevano 15 bicchieri della staffa per andare a letto".

Gianna Nannini dice che lei è ancora il futuro.

"Come cantautore no, perché l’ultimo album l’ho fatto nel 2011. Come scrittore magari sì, ho un libro uscito da non molto (Trallumescuro, arrivato tra i 5 finalisti all’ultimo premio Strega, ndr) e un altro, un racconto, già pronto".

Chi avrebbe voluto nel disco?

"Sono felice della scelta fatta da Pagani. Forse mi sarebbe piaciuto sentire Noi non ci saremo cantata da Daolio, perché abbiamo iniziato assieme. Ma Augusto non c’è più".

Come passa il tempo a Pavana?

"Ascolto audiolibri, perché non riesco più a leggere, e scrivo al computer. Guardo la tv: Rai Storia, quiz, telegiornali. A volte esco a mangiare con gli amici. Una vita semplice".