Mercoledì 24 Aprile 2024

Guccini: "A 80 anni ho scoperto perfino il vino bianco"

Il cantautore: "Sto in piedi con le medicine e guardo le serie tv, odio sempre l’Avvelenata. Ho votato socialista, ma solo fino a Craxi"

Francesco Guccini a tavola insieme con Roberto Vecchioni

Francesco Guccini a tavola insieme con Roberto Vecchioni

Pavana (Pistoia), 9 giugno 2020 - Come passerà il giorno del suo ottantesimo compleanno Francesco Guccini? Lui, aspettando domenica (è nato a Modena il 14 giugno 1940), ci ride sopra: "Nessun segreto. Andrò a mangiare fuori, qui vicino a Pavana, con mia moglie Raffaella. Io e lei da soli, una roba romantica. Poi, magari più avanti, faremo qualcosa con gli amici. Vedremo". Il Maestrone, fresco di designazione nella cinquina del Campiello con ‘Tralummescuro’ (Giunti), fa di tutto per schernirsi: "Non è che tutto questo clamore mi disturbi, ma un po’ di tranquillità non guasterebbe".

Quali regali pensa le arriveranno in una ricorrenza come questa?  "Non li aspetto. Ho passato tutta la mia vita senza ricevere regali: a casa Guccini, da bambino, non si festeggiavano nemmeno i compleanni. Mia madre era casalinga, mio padre impiegato alle Poste. C’era il mutuo da pagare per la casa costruita in cooperativa e di soldi ne giravano ben pochi. Con le 300 lire di paghetta riuscivo ad andare a malapena ai cinema di terza visione".  È arrivato il momento dei bilanci anche per un’icona come lei. La disturba tirare le somme? "Non credo proprio di essere un’icona come qualcuno sostiene. Cosa devo dire? Mi è andata fatta bene, sono il primo Guccini ad essere arrivato a 80 anni. Tutto merito delle medicine, ovviamente". Ma è spaventato da questa età? "A 20 anni si pensa di essere immortali e forse lo si è. Adesso ti cominci a rendere conto che non ti resta molto, vedi gli amici più cari morire... Non sono terrorizzato, spero di andarmene sereno e senza problemi. Ma finché posso, starò ben attaccato, come dice il proverbio dialettale, alla fiopa, al pioppo. All’albero della vita".  Un altro proverbio dice: finché c’è la salute...  "Rispondo ancora con un detto popolare: arrivo a 19 mancamenti più la goccia al naso che fanno 20. Faccio prima a raccontare quello di cui non soffro che i guai fisici che mi perseguitano. Ho problemi gravi alla vista che mi costringono ad ascoltare gli audiolibri e mi impediscono di leggere. Fortunatamente, ingrandendo le lettere, riesco a scrivere al computer". Come se la cava con le tecnologie? "Piuttosto male. Credo di essere l’unico in Italia a non possedere un cellulare, dovrei essere protetto dal Wwf. Non è che abbia nostalgia per i telefoni a parete, i gettoni o il vecchio mondo. È ovvio che si sta meglio adesso". Ha detto di non essere comunista e di aver votato per i socialisti. Quindi anche per Craxi? "Eh no, quando è arrivato Craxi ho smesso e ho cominciato a votare il Pds di Occhetto. Ho avuto molti amici comunisti, ma uno come me come faceva a essere stalinista? Diciamo che mi sono sempre stati simpatici gli anarchici, anche se è una suggestione lontana nel tempo fatta di canzoni ed atmosfere. Il Pci ha fatto anche cose buone sul piano sindacale ma la penso un po’ come il mio conterraneo Enzo Biagi". Dica la verità: non rimpiange proprio i concerti? Le osterie, Vito, le Dame...  "Rimpiango quegli anni, non certo le esibizioni. Era molto faticoso, stressante. Sul palco doveva funzionare tutto, il pubblico non doveva restare deluso...". Ha sempre dichiarato che ‘L’avvelenata’ è la canzone che ama meno. Qual è quella che preferisce? "Non è che l’ami meno, quel pezzo ha avuto una presa popolare per me inimmaginabile. Dipenderà dalle parolacce che ci sono dentro... Penso che brani come ‘Amerigo’, ‘Scirocco’ o ‘La locomotiva’ siano più strutturati".  Come passa le sue giornate a Pavana?  "Leggo, lavoro, guardo la tv. Con Loriano Macchiavelli stiamo ultimando il nuovo libro, una sorta di ghost story ambientata sull’Appennino. Mi sono appassionato alle serie tv, con Raffaella abbiamo visto ‘Babylon Berlin’, ‘ Downton Abbey’, ‘Breaking Bad’.... Adesso, in tempi di Covid, non arrivano più ragazzi a branchi per chiedere foto e autografi". Questa estate niente vacanze? "Resterò nella mia Pavana ormai deserta. Una volta la gente pagava per venire quassù in villeggiatura a respirare aria buona ma i tempi cambiano. L’ultima vacanza che ho fatto è stata in Grecia: al rientro abbiamo scoperto che le valige erano rimaste là perché nessuno in aeroporto le aveva spedite. Meglio starsene in pace". In camerino, prima dei concerti, beveva solo rosé. Adesso qual è il suo vino preferito? "Ultimamente ho riscoperto il Traminer. Preferisco i bianchi ai rossi ma se c’è un buon Amarone non mi tiro mica indietro".

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