Sabato 24 Maggio 2025
VALERIA VERBARO
Magazine

Grandissimo Gatsby. Il secolo d’oro del mistero americano

Mostre, letture collettive, “riscritture“ per celebrare il romanzo di Fitzgerald. Portato al cinema quattro volte: su tutti i due film “cult“ con Redford e DiCaprio.

Mostre, letture collettive, “riscritture“ per celebrare il romanzo di Fitzgerald. Portato al cinema quattro volte: su tutti i due film “cult“ con Redford e DiCaprio.

Mostre, letture collettive, “riscritture“ per celebrare il romanzo di Fitzgerald. Portato al cinema quattro volte: su tutti i due film “cult“ con Redford e DiCaprio.

"Qualcosa di nuovo, di straordinario, di bello e semplice, dalla struttura intricata", Francis Scott Fitzgerald diceva di voler scrivere un libro del genere rivolgendosi, in una lettera, al suo storico editor Maxwell Perkins. Pochi anni dopo, nell’aprile 1925, avrebbe pubblicato la prima edizione del Grande Gatsby. Accolto con freddezza dai lettori e dalla critica, il breve romanzo non fu compreso immediatamente, vendendo solo venticinquemila copie iniziali. L’apparente semplicità della trama ingannò i letterati contemporanei, eppure lo stile così scorrevole e al tempo stesso denso di narrazione e idee, dimostrò fin da subito l’unicità di Gatsby. E la sua capacità di sollevare domande eterne, ancora oggi senza risposta, sul sogno americano, sulla caduta del mito e sull’identità ambigua e complessa di un popolo che in ogni epoca sembra credere nella luce verde di Gatsby, contro il tempo e controcorrente.

Fitzgerald, morto nel 1940, per poco non poté godere pienamente del successo che la sua opera ebbe dalla seconda metà del Novecento, diventando rapidamente un classico contemporaneo. Oggi, a un secolo dalla sua pubblicazione, le iniziative per celebrarlo si moltiplicano, a partire da quelle della Biblioteca dell’Università di Princeton, nel New Jersey, dove studiò lo scrittore stesso. Lì all’interno di un vasto archivio, sono conservati anche i documenti manoscritti originali, donati dalla figlia nel 1950, che durante tutto il mese di aprile verranno esposti nel corso di un fitto programma di eventi. L’inaugurazione è stata già lo scorso 20 marzo, con il club letterario organizzato per The Chosen and the Beautiful, di Nghi Vo, un esempio di retelling, cioè di riscrittura del romanzo di Fitzgerald dal punto di vista di un diverso personaggio. Jordan Baker in questo caso. Già disponibile sulla Digital Princeton University Library è anche la speciale mostra digitale Gatsby at 100: The Author and His Creation, che comprende anche la primissima sovraccoperta del libro.

Si prosegue poi con la mostra Living Forever: The Archive of the Great Gatsby, con diverse riproduzioni in grande scala di oggetti che ripercorrono la creazione, la storia e l’impatto del “Grande Gatsby nel mondo“. Intorno all’esposizione anche diverse rappresentazioni teatrali, letture collettive, panel specializzati e proiezioni gratuite dei film tratti dal Grande Gatsby, in particolare l’adattamento del 2013 Baz Luhrmann con Leonardo DiCaprio. Dal 1925 a oggi, infatti, sono quattro le trasposizioni del romanzo sul grande schermo: la versione muta del 1926, ormai persa, la versione di Elliott Nugent (1949), quella di Jack Clayton con Robert Redford e Mia Farrow (1974) e infine, la celebre versione musicale di Luhrmann che ha inciso anche nella memoria del pubblico più giovane la figura inafferrabile di Gatsby.

A renderla tale e ancora così affascinante, perché misteriosa, tuttavia è sempre la scelta di Fitzgerald di usare un narratore-testimone, interno alla storia e dalla conoscenza limitata. Una voce decentrata che parla del protagonista senza mai diventarlo. A osservare e raccontare la vita di Jay Gatsby è infatti solo Nick Carraway, che tuttavia non è mai nella condizione di sapere di più dei suoi ipotetici lettori. Da solo Nick non è in grado di cogliere il mistero del grande Gatsby né può riconoscere la verità nella fitta rete di racconti che l’uomo ha costruito per sognare un mondo in cui il "passato possa ripetersi" e lui possa sentirsi ancora degno di sposare l’indifferente Daisy.

Cento anni dopo il fantasma di Gatsby è perciò ancora capace di tormentare i vivi e di sopravvivere al tempo, grazie a un prosa che non smette di affascinare e a una storia che è un enigma senza fine, in cui ogni cittadino americano troverà sempre il modo di riflettere la corruzione, la violenza, le ingiustizie e le ossessioni del proprio tempo.