
di Stefano Marchetti Non ha nome l’uomo barbuto che indossa un turbante, non ci guarda negli occhi e sta fissando un...
di Stefano Marchetti
Non ha nome l’uomo barbuto che indossa un turbante, non ci guarda negli occhi e sta fissando un punto che non vediamo.
Porta tra le mani un vaso che stringe con attenzione, come se contenesse qualcosa di prezioso: la sua figura è austera e solenne. È forse un profeta? O magari uno dei Re Magi che giunsero a rendere onore a Gesù Bambino? Chissà...
Un mistero affascinante ammanta questo bel disegno a sanguigna su carta che Guercino realizzò fra il 1635 e il 1640: il foglio, inedito ed elegante, è una delle perle della mostra di ’Dipinti, sculture e disegni dal Cinquecento al contemporaneo’ che la galleria antiquaria Maurizio Nobile Fine Art di Bologna (in via Santo Stefano 19/a) propone fino al 20 giugno.
Tra le opere in esposizione, il ’Ritratto allegorico femminile’ del raffinato e raro pittore lucchese seicentesco Pietro Paolini: secondo gli esperti, la tela potrebbe raffigurare Lesbia, la donna che il poeta Catullo amò e celebrò nei suoi versi, ed essere un’allegoria dell’Eros, sempre unito a Thanatos, pulsione di vita e di morte, e alla Voluptas.
A quasi un secolo dalla sua ultima ‘apparizione’, è tornato ad affacciarsi sul mercato anche ’Adone’, olio su tela di Domenico Fetti, databile attorno al 1612: c’è chi sostiene che questo dipinto abbia potuto far parte delle raccolte dei Gonzaga, duchi di Mantova, ma non ne esistono le prove.
Toccante e intenso è anche il ’San Girolamo in meditazione’, che Claude Vignon dipinse attorno alla metà del Seicento, sulla scia della formula caravaggesca che aveva acquisito nel suo soggiorno a Roma: "L’artista non raffigurò soltanto il vecchio umanista piegato dagli stenti e dalle fatiche delle esegesi - sottolineano gli storici - , ma anche il pensatore penitente e stoico che, con il suo esempio, ci indica la strada che conduce alla virtù".
Spicca in mostra anche il ’Ritratto di architetto’, olio su tela attribuito al cremonese Pietro Martire Neri (1635 circa): "Da Annibale Carracci discende certamente l’immediatezza psicologica - viene annotato - , da Domenico Fetti deriva la pennellata rapida, liquida, che costruisce la forma attraverso il guizzo del colore".
Le opere d’arte più antiche ‘dialogano’ con creazioni recenti dell’artista catalano Joan Crous, con la sua ricerca tra forma, luce e materia. Crous è anche autore della monumentale installazione ’L’Ombra: la città degli uomini’, esposta fino al 29 giugno nella Basilica di San Petronio, sempre a Bologna: ispirata da ’Guernica’ di Pablo Picasso, l’opera – ha sottolineato il cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei – "è un grande grido di dolore che ci fa sentire cosa significhi la guerra: tutt’altro che un videogioco, ma una tempesta che distrugge la vita di tutti".