Los Angeles, 6 febbraio 2023 – Beyoncé ha battuto tutti i record: con la 32esima vittoria incassata questa notte, è la star più premiata della storia dei Grammy Awards. Queen Bay ha scritto un nuovo capitolo degli Oscar della musica, salendo sul podio per ben quattro volte durante la 65esima edizione dei Grammy e diventando la prima donna di colore a vincere nella categoria degli album dance, una delle più importanti dei Grammy. Adele è la vincitrice “Best Pop Solo Performance” con la canzone “Easy On Me”. Non ce l’hanno fatta i Maneskin, battuti dalla giovane cantante jazz Samara Joy nella categoria emergenti. Miglior album dell’anno per l’inglese Harry Styles. Queen Bay ha dedicato la vittoria alla comunità Lgbtq+, Petra è la prima donna transgender premiata ai Grammy con la statuetta per il miglior Pop Duo/Group Performance.
LE FOTO (Clicca sulla foto)
Il primato di Beyoncè
Con altri quattro grammofoni d’oro, la star americana, icona mondiale e paladina dei diritti civili e della body positivity, ha così superato il primato del direttore d’orchestra Georg Solti scomparso nel ‘97 e che, fino a stanotte, era rimasto imbattuto per due decenni con 31 vittorie. "Vorrei ringraziare la comunità queer per il vostro amore e per aver inventato un genere", ha detto la cantante dopo la vittoria. "Sto cercando di non essere troppo emozionata", ha spiegato sul palco della Crypto Arena, "sto solo cercando di ricevere questa notte”. Un primato che in parte offusca la vittoria della rivale Adele, salita in vetta ai Grammy per la migliore esibizione pop da solista per "Easy on Me": ha vinto il derby transatlantico con Beyoncè, come era già successo nel 2017, ma ha mangiato la polvere di Queen Bay. Salva dalle polemiche la Recording Academy, che assegna i premi: con il trionfo di Beyoncè, l’attesa polemica sulla penalizzazione degli artisti di colore si è sgonfiata.
Quattro statuette per Beyoncé
Quattro le statuette assegnate a Beyoncé durante la lunghissima cerimonia, che si è svolta ieri sera alla Crypto.com Arena di Los Angeles, in California, andata live in streaming a partire dall’1 di notte, ora italiana. Dopo aver primeggiato per la migliore canzone R&B con "Cuff It" e aver portato a casa due premi alla cerimonia del preshow – da cui era assente – la quarta vittoria della serata è arrivata con la categoria Musica Dance grazie all’album Renaissance. Già prima della vittoria assoluta della categoria Dance, il post celebrativo e una foto con i trofei in mano è apparso sul suo profilo Instagram. Beyoncé ha ringraziato suo "zio Jonny", la cui battaglia contro l'Hiv ha dato un’impronta decisiva nella sua battaglia per i diritti civili. “Vorrei ringraziare mio zio Jonny, che non c'è, ma è qui con lo spirito. Vorrei ringraziare i miei genitori, mio padre e mia madre, per amarmi e sostenermi. Vorrei ringraziare il mio bellissimo marito, i miei bellissimi tre figli, che sono a casa a guardare. Vorrei ringraziare la comunità queer per il suo amore e per aver inventato il genere. Dio vi benedica. Grazie mille ai Grammy. Grazie”.
Petras prima transgender sul podio
La cantautrice tedesca Kim Petras, 30 anni. è la prima transgender a vincere un Grammy, un altro traguardo tagliato con il premio per il miglior Pop Duo/Group Performance. “Sono cresciuta vicino a un’autostrada in mezzo al nulla – ha raccontato sul palco in diretta streaming – mia madre ha creduto in me, nel fatto che io fossi una ragazza. E io ora non sarei qui se non fosse stato per il suo sostegno”. Il sogno di Kim è sempre stato quello di diventare trans, un desiderio che aveva fin da ragazzina – il primo coming out pubblico fu in tv a soli 13 anni – che si è realizzato nel 2008 con la fine del percorso di transizione di genere.
Gli altri premi
Delusione per la sconfitta dei Maneskin, battuti nella categoria esordienti dalla 24enne Samara Joy, anche se resta alto l’orgoglio di avere assistito alla nomination ai prestigiosi Oscar della musica della giovane band italiana. Il miglior album dell'anno lo ha vinto il cantautore Harry Styles con “Harry’s House”, che si è distinto anche nella categoria per il migliore album pop vocal, A sorpresa, la canzone dell'anno è stata a sorpresa “Just Like That” della cantautrice Bonnie Raitt. “About Damn Time” di Lizzo è il la migliore registrazione dell'anno.
La cerimonia: i momenti più emozionanti
Tra lacrime e sorrisi di sconfitti e vincitori, l’apice della lunga notte dei Grammy è arrivato con l’entrata in scena di Steve Wonder, che a 72 anni suonati si è esibito alla Crypto Arena sulla coreografia dei WanMor, i quattro giovanissimi figli di Wanya Morris, leader del gruppo “Boyz II Men”, gruppo vocalist Soul-R&B nato più di trent’anno fa. Ma non è stata l’unica sorpresa. Sul palco dei Grammy è salita un’altra leggenda: l’82enne William “Smokey” Robinson, star rhythm and blues e soul, ha duettato con Steve sulle note di “Tears of a Clown”, tra la standing ovation del pubblico. Indimenticabile anche l’esibizione del chitarrista Chris Stapleton. Pioggia di applausi anche per la first lady Jill Bidenche, avvolta da uno splendido abito di foglie d’oro, ha parlato della forza e il talento delle donne presentando Bonnie Lynn Raitt, la vincitrice del Grammy per la categoria Canzone dell’anno con “Just like that”.