Golden Globe 2018 in 'total black' contro le molestie. Premi alle storie al femminile

Trionfo per 'Lady Bird' e 'Tre manifesti'. Delusione Italia. Sul red carpet le attrici sfilano vestite di nero nel segno di 'Me too'

Da sx Laura Dern, Nicole Kidman, Zoe Kravitz, Reese Witherspoon e Shailene Woodley (Ansa)

Da sx Laura Dern, Nicole Kidman, Zoe Kravitz, Reese Witherspoon e Shailene Woodley (Ansa)

Los Angeles, 8 gennaio 2018 - Frances McDormand madre di una figlia assassinata in cerca di giustizia in "Tre manifesti a Ebbing, Missouri", film premiato con il Globe ai Golden Globes Award 2018 per la migliore pellicola drammatica, la migliore attrice drammatica, il migliore attore non protagonista e la migliore sceneggiatura; la ragazza forte e ribelle Saoirse Ronan e la regista Greta Gerwig di "Lady Bird", doppio trionfo nella categoria film commedia; "Il racconto dell'ancella", serie tv dall'apologo femminista di Margaret Atwood, Nicole Kidman e le donne-madri combattenti di "Big Little Lies"; poi James Franco e "The Disaster Artist", un altro successo (dopo il Leone di Venezia) per Guillermo Del Toro e il mostro di "The Shape of Water" e Oldman-Churchill nell'"Ora più buia": questi i Golden Globes, col nulla di fatto per "Chiamami col tuo nome" di Luca Guadagnino.

Golden Globe 2018: i 5 momenti memorabili – VIDEO

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Preceduta in queste ore da un clamoroso articolo sul "New Yorker" a firma Dana Goodyear sullo stato confusionale in cui versano a causa delle tantissime denunce di molestie lanciate dalle donne nei confronti degli uomini più potenti i grandi Studios cinematografici hollywoodiani ma anche l'industria televisiva finora ritenuta più "liberal" e all'avanguardia (dalla stanza degli sceneggiatori "machi" e volgari di "Friends" ai problemi del boss Amazon che pure ha prodotto la versione tv streaming del capolavoro femminista della Atwood) si è tenuta ieri sera a Beverly Hills la settantacinquesima edizione dei Globes, la prima dell'era post scandalo Weinstein. Nulla, d'ora in poi, sarà più come prima, assicurano le attrici già dal red carpet, ove sfilano tutte - nel segno di "Me too" - vestite di nero.

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Brizzolato, il presentatore Seth Meyers dà il via alla cerimonia: "2018: la mariujana è stata finalmente legalizzata, le molestie sessuali no. Stasera è la prima volta, negli ultimi mesi, in cui sentirete pronunciare il vostro nome senza timore. C'è mica Christopher Plummer pronto a fare il ruolo di Kevin Spacey in "House of Cards"? Benvenuti: questi sono i premi della Hollywood Foreign Press, tutte parole - Hollywood, stampa, stranieri - che fanno paura a Trump". Poi raffica di battute sul "Post" di Spielberg, su "Stranger Things", su James Franco e Oprah Winfrey celebrata per la carriera. Primo premio: migliore attrice in una serie tv è Nicole Kidman moglie vittima di violenza da parte del marito in "Big Little Lies", da lei prodotto con Reese Whiterspoon. "Evviva il potere delle donne", dice Nicole, più bella che mai: "Grazie a mia mamma, femminista, grazie a mia sorella. Continuiamo a lottare contro gli abusi. Grazie al mio amore Keith Urban". Premio al migliore attore non protagonista in un film drammatico: Sam Rockwell per "Tre manifesti a Ebbing, Missouri".

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"Questo film parla della compassione, ne abbiamo tutti bisogno", dice lui ringraziando la protagonista della pellicola diretta da Martin McDonagh, la grande Frances McDormand. Jennifer Aniston annuncia: migliore attrice in una serie tv commedia Rachel Brosnahan, "The Marvelous Mrs. Maisel"; migliore attrice in una serie tv drammatica Elisabeth Moss, "Il racconto dell'ancella" (in Italia su Tim Vision): "Noi non siamo più ai margini - dice Elizabeth -. Grazie a mia mamma che mi ha insegnato a lottare per la libertà". Parola alla presidente della Foreign Press Association che, di rosso vestita, ringrazia tutte le star donne in nero in quanto in lotta contro le vessazioni sessuali. E' il momento del migliore attore tv in una serie drammatica; il Golden Globe va a Sterling K. Brown per "This is Us": "Finalmente vengo apprezzato per quello che sono: una persona di colore". Miglior serie tv di genere drammatico: "Il racconto dell'ancella", che batte sia "Stranger Things" sia "Il trono di spade". Migliore attore non protagonista in una serie tv drammatica: ancora "Big Little Lies", vince il marito violento della Kidman Alexander Skarsgård. Per la musica di un film il vincitore è Alexander Desplat ("The Shape of Water" di Guillermo Del Toro), per la canzone di un film vincono Benji Pasek e Justin Paul, "This is Me" ("The Greatest Showman"). Emma Stone e Shirley MacLaine annunciano il vincitore del Globe per il miglior attore in un musical o commedia: trionfa James Franco, "The Disaster Artist", che si fa raggiungere sul palco da quel pazzo disturbato e visionario di Tommy Wiseau, autore di una delle peggiori pellicole della storia di Hollywood, "The Room", cui il film è amorevolmente ispirato. Migliore attrice non protagonista in una serie tv: Laura Dern ("Big Little Lies), premiata da Sharon Stone, lei - mamma problematica nel film tv - celebra così il suo anno fantastico. Miglior film di animazione: "Coco", della Disney-Pixar, un lavoro "di 6 anni", "omaggio al bellissimo Messico", fanno sapere i realizzatori. Migliore attrice non protagonista in un film commedia: mamma cattiva Allison Janney, statuaria autoironica milf, di "I, Tonya".

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(Sulla sedia a rotelle) sale sul palco l'ultra centenario Kirk Douglas, standing ovation: al suo fianco in quasi nude look l'ex depressa Catherine Zeta-Jones che rievoca il coraggio antimaccartista del suocero: a loro due il compito di proclamare il Globe alla migliore sceneggiatura di un film, quella di "Tre manifesti a Ebbing, Missouri" di Martin McDonagh. Sarah Jessica Parker e Hugh Grant proclamano il miglior film straniero: "Oltre la notte" (Germania/Francia) di Fatih Akin, che ritira il Globe con la musa Diane Kruger. Migliore attore in una serie tv è Ewan McGregor (lui e il suo gemello) in "Fargo": bellissimo e grato a moglie e quattro figli, batte il Jude Law "Young Pope" di Sorrentino nonché il cattivissimo doppio Kyle MacLachlan del nuovo "Twin Peaks" di David Lynch. Migliore serie tv commedia (o musicale), annunciata da Emilia Clarke, è "The Marvelous Mrs. Maisel" (Amazon). Migliore attore in una serie tv commedia (o musicale) Aziz Ansari, "Master of None" (Netflix): Ansari ringrazia, tra gli altri, l'Italia, "per tutto il cibo mangiato nella seconda serie dello show", e il riferimento è agli episodi ambientati a Modena, la città scelta dal protagonista dello show per imparare a fare la pasta fresca.

E siamo al primo trionfo (culinario, non già cinematografico) del Belpaese ai Globes. Dopo il tributo commosso e standing ovation del premio alla carriera a Oprah Winfrey, prima donna nera a riceverlo, con l'omaggio della anchor woman all'importanza della stampa nell'inseguire la verità e al coraggio delle donne (attrici atlete operaie cameriere militari mamme ragazze) che hanno alzato la voce contro ogni forma di abusi di uomini di potere troppo brutali ("sta arrivando un nuovo giorno in cui, anche grazie agli uomini nuovi, nessuna giovane dovrà più dire Me too"), ecco il premio alla migliore regia di un film. Lo annunciano Natalie Portman e Ron Howard: il Golden Globe va a un commosso Guillermo Del Toro, "The Shape of Water", la forma dell'acqua: "Abbassate la musica, fatemi ancora parlare, ho aspettato così tanto tempo per questo premio... Io vi ringrazio, i miei mostri vi ringraziano". Tocca poi a Emma Watson (con spacco) e a James Patterson assegnare il Globe alla miglior serie tv: è "Big Little Lies", e la produttrice e protagonista Reese Whiterspoon ribadisce (se ce ne fosse bisogno) il concetto: "Per tutte le donne che denunciano gli abusi, e si ribellano. Perché domani non ce ne sia più bisogno".

Migliore attrice in un film commedia (o musicale) è un'altra ragazza forte e ribelle, Saoirse Ronan, "Lady Bird", racconto al femminile firmato dalla regista - bellissima bionda - Greta Gerwig dell'American Dream nella sua accezione più colta e progressista, "antidoto cinematografico alla cultura trumpiana", ha scritto il "Guardian". Ha la meglio sulla Mirren di Virzì, e anche sulla lanciatissima Margot Robbie di "I, Tonya". Non solo: "Lady Bird" vince anche il Golden Globe come miglior film commedia in assoluto. Geena Davis e Susan Sarandon ricostituiscono la coppia di "Thelma e Louise" (e auspicano parità di stipendi tra colleghi maschi e femmine) per decretare il miglior attore di un film drammatico: Gary Oldman, Churchill ne "L'ora più buia" (dunque nulla di fatto per l'ultimo ruolo al cinema di Daniel Day Lewis diretto da P.T. Anderson); Angelina Jolie e Isabelle Huppert decretano la migliore attrice in un film drammatico: Francis MacDormand, madre di una figlia assassinata in cerca di giustizia in "Tre manifesti a Ebbing, Missouri" di Martin McDonagh (anch'esso passato in concorso a Venezia). Barbra Streisand chiude la serata: a "Tre manifesti" anche il Golden Globe per il miglior film drammatico. La diretta dal tappeto rosso - su Sky Atlantic - aveva inanellato prima del galà di premiazione gli interventi di Ron Howard col suo "promo" sul film di Ian Solo, di William H. Macy con le sue iniziative filantropico-studentesche e soprattutto con i suoi grandi baffi, di Sharon Stone ultrasexy vedo e non vedo in compagnia del figlio, di Angelina Jolie in veste non già di diva bellissima ma di pensosa regista di un film su un dramma cambogiano, "First They Kill My Father" prodotto da Netflix. Sul tappeto rosso, la prima a dar voce al movimento donne in nero contro le molestie era stata Shailene Woodley, cui faceva eco immediatamente Gal Gadot-Wonder Woman.

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Di seguito, sfilavano in nero l'eroina di "Lady Bird" Saoirse Ronan, Halle Berry (che faceva il tifo per "Get Out"), la cantante Mary J Blige (bionda) recuperata a nuova vita grazie al ruolo da nomination al Globe che affronta nel film "Mudbound", Daniel Kaluuya, il protagonista di "Get Out", l'attrice non protagonista di "Lady Bird" Laurie Metcalf, una stratosferica, elegantissima Laura Dern (superstar quest'anno sia in "Big Little Lies", sia nel nuovo "Twin Peaks" nonché nell'ultimo "Star Wars"), Catherine Zeta Jones scollatissima in nero ma con super-orecchini verdi, Katherine Langford la ragazzina suicida di "Tredici" che ora è invece una pazzesca femme fatale, Allison Janney che da mamma cattiva della serie tv "Mom" è ora la mamma cattivissima del film "I, Tonya". Sovrastata dall'ombretto verde, Debra Messing, l'eroina tv di "Will e Grace", aveva ricordato che le donne hollywoodiane sono tutte qui per combattere per i loro diritti, basta vessazioni sessuali e diseguaglianze di compensi, mentre Kate Hudson mostrava un decollete fenomenale. E l'Italia? Da dietro le quinte assicuravano che il menu della cena del galà avrebbe avuto come antipasto la burrata e come piatto forte un risotto.