Goethe e gli altri, com’è Romantik la Germania

Apre a Francoforte, dopo dieci anni di lavori, il museo del movimento tedesco del diciottesimo secolo che i nazisti provarono a manipolare

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di Roberto

Giardina

Dall’ultimo piano del Museum der Romantik, il museo del romanticismo, si ha una vista spettacolare su Francoforte, dal Duomo alla torre d’acciaio e di cristallo della Banca Centrale Europea. Il museo si è inagurato il 14 settembre, dopo dieci anni di progetti, di lavori, e di lotte e accese polemiche. Del romanticismo ognuno ha un suo giudizio, e non è disposto a compromessi, l’essenza dell’idea romantica è in fondo la mancanza di una sintesi, e mette in crisi l’ideale di un’unicità, ovunque, in arte, nelle scienze, nella realigione.

"Il museo sorge sulle macerie di Francoforte, della Germania", spiega Christoph Mäckler, l´architetto. Di fianco, la Casa natale di Goethe, distrutta dalle bombe, fu ricostruita tra il ’47 e il ’51, una sorta di falso storico, circondata dai grattacieli della capitale finaziaria d’Europa. La vecchia Germania scomparve in un’apocalisse di fuoco, ed è risorta, diversa in apparenza. Una fine romantica?

Nei tre piani, per 1200 metri quadrati, non si dimentica il rapporto tra romanticismo e nazismo. Il museo, costato 18,5 milioni di euro, è sorto per iniziativa della Freies Deutsches Hochstift, la fondazione che amministra la Goethe Haus. Al pianterreno, una vetrata si apre sul “giardino romantico“ che lo collega con la casa natale dell’autore di Faust. Un domani i visitatori potranno passare da un edificio all’altro. Una continuità? Eppure, Goethe detestava il romanticismo, il che è vero e ancora una volta non del tutto esatto. "Das klassische ist das Gesunde das Romantische ist das Kranke", scrisse, il classicismo è sano, il romanticismo è malato. Per lui era il caos, l’indefinito, mancava di coerenza, di un fine. Ma Goethe, che a Francoforte visse pochi anni, nelle sue prime opere fu un romantico: basterebbe ricordare I dolori del giovane Werther, che affascinò morbosamente la sua generazione. Johenn Heinrich Merck, il primo editore del romanzo, e amico dell’autore, si tolse la vita, deluso dal fallimento degli ideali della rivoluzione francese.

Goethe ripudiò questa sua prima fase per tornare all’ideale di purezza classica. Allo stesso tempo continuò ad avere rapporti con artisti come Otto Runge e Caspar Friedrich, e in lui si nota una vena romantica, nascosta ma non secondaria, anche nelle ultime opere, come nel secondo Faust. Quando Caspar Friedrich dipinge il Baltico in tempesta non mostra il mare selvaggio, ma ritrae l’animo dell’uomo. Nella mostra De l’Allemagne al Louvre a Parigi, nel 2013, le bianche scogliere di Rügen di Caspar Friedrich, un quadro simbolo del romanticismo, furono messe a confronto con i film di Leni Riefenstahl, la regista amata da Hitler. Il romantisciso è una delle radici del nazismo?

Gli artisti romantici riscoprirono il popolo e l’idea di nazione, e furono manipolati e sfruttati dagli ideologi nazisti, ma vivevano nell’epoca napoleonica, e la Germania, non ancora unita, era conquistata e depredata dall’esercito francese. Il romanticismo non fu “tipicamente tedesco“, ma un movimento europeo. Il mito del Reno fu creato da viaggiatori e letterati inglesi. Per l’Italia, basta Ugo Foscolo.

È un punto a favore del museo non voler imporre un giudizio unico. Sono esposti insieme quadri, manoscritti, partiture musicali, divisi in 35 stazioni, al cui centro si trova un oggetto posto in relazione con altre opere: la partitura del Faust di Schumann, il Duomo di Colonia, le opere dei fratelli Grimm (attraverso le favole scoprivano il popolo e la lingua tedesca). "L’opera più significativa del museo è il museo stesso", osserva la direttrice della Fondazione della Casa di Goethe, Anne Rohnemkamp.

L’architetto Christoph Mäckler è riuscito a creare una duplicità architettonica, che riflette la doppia anima del movimento, luminosa e oscura. Due scale uniscono i tre piani, la “scala celeste“, diritta, 66 scalini, come un´unica cascata di luce, e una scala a chiocciola, che sembra sprofondare nell’oscurità. Una spirale, che avanza e torna indietro continuando a salire, la troviamo nelle spirali di una conchiglia, e per Goethe nella stuttura della sua Urpflanz, la pianta primordiale e universale, che andò a cercare in Sicilia. Aveva una visione classica e pura dell’antichità, dell’Ellade, che non avrebbe mai visto, e fu turbato, sconvolto dalla visita a Segesta, un tempio greco barbaro e oscuro.

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