Mercoledì 24 Aprile 2024

Umberto Tozzi: "Gloria manca ancora nell’aria. E la canto"

In attesa del nuovo album, dopo 18 mesi di silenzio torna in tour con il suo repertorio. "Il pubblico? È qualcosa di miracoloso"

Umberto Tozzi

Umberto Tozzi

Umberto Tozzi, cosa ha significato per lei tornare sulla strada?

"Ritrovarmi finalmente in scena è stato qualcosa di miracoloso. È accaduto a Bellaria dopo oltre un anno e mezzo di silenzio. L’ultimo concerto l’avevamo tenuto nel novembre del 2019 a Parigi, ma per me che sono nato sul palco e suonare per 200 persone è lo stesso che farlo per 20 mila, anche se la sensazione è totalmente diversa".

Col senno di poi avrebbe avuto senso tornare già l’estate scorsa o è stato giusto aspettare?

"Credo che l’anno scorso fosse più complicato suonare dal vivo. Avere una buona parte della popolazione vaccinata consente oggi di andare in tour con maggior tranquillità evitando il rischio di cancellazioni all’ultimo momento. Si paga il fatto di dover organizzare tutto velocemente, ma va bene così".

Pure il pubblico è un po’ meno di prima.

"Dobbiamo accontentarci, perché le economie familiari sono in sofferenza e si fanno giustamente delle scelte. Penso che ci vorranno almeno due o tre anni per tornare ai livelli di prima".

Andrà avanti fino ad agosto il tour di Songs, lo spettacolo in cui l’uomo di Gloria riprende in mano i fili del suo repertorio per intrecciarli con quelli della chitarra accompagnato da un trio acustico, sax, violino e percussioni. Un giro d’Italia atteso il 9 luglio pure al Castello Sforzesco di Vigevano, il 19 al Carroponte di Milano, il 25 in Piazza Trento Trieste a Ferrara e il 7 agosto in Piazza Baleari a Marina di Pisa.

Una chiave diversa del suo repertorio utilizzata pure in diretta streaming lo scorso aprile dalla Salle des Etoiles dello Sporting di Monte Carlo per dare un sostegno economico ai musicisti e allo staff tecnico che la segue in tour.

"Sì, un primo gesto di vicinanza che si concretizza ora con questo tour. Vivo a Monaco da trent’anni e al Principato ci hanno aiutato molto a mettere in piedi l’impresa. Anche se suonare senza pubblico è qualcosa che non mi piace proprio fare. Ho scoperto che il mio repertorio si adatta moltissimo a questa nuova veste, anche se non certo rock’n’roll come avviene con la band nei palasport".

Concerti acustici, recupero date con Raf ancora in sospeso, e poi?

"Ho una produzione discografica, ma non mi sembra il momento giusto per presentarla. Anche se continuo a riprenderle in mano per migliorarle, sono molto contento delle canzoni che ho nel cassetto. Questo pur sapendo che la musica oggi in voga non è la mia. Per uno come me, infatti, la vera motivazione in questo momento non è inseguire chissà quali risultati di mercato, ma creare musica di buon livello in cui riconoscersi fino in fondo".

Quando uscirà il nuovo album?

"Non credo che al momento ci siano le condizioni per ascoltare con attenzione nuove canzoni. E non parlo solo delle mie. Davanti alle emergenze di questa pandemia la musica sembra diventata un po’ un optional. Sul campo ci pensa l’Italia di Mancini a tirarci un po’ su il morale, ma nella canzone non vedo ct come lui".

Potendo scegliere per una nuova canzone una partner internazionale, come accaduto con Anastasia nella rivisitazione di Ti amo, chi sceglierebbe?

"Più che una partner forse stavolta sceglierei un partner. Mi piacerebbe, infatti, fare un duetto con Bryan Adams. Ricordo che ad un Festivalbar venne addirittura a complimentarsi per le mie canzoni. I rocker melodici come lui mi sono sempre piaciuti tanto".

Una curiosità, è vero che solo quattro anni fa è riuscito a farsi dare il premio per il primo posto a Sanremo di Si può dare di più?

"Finalmente, sì. Prima Morandi e poi Ruggeri se lo sono tenuti per decenni. Ora tocca a me. E se qualcuno lo chiede indietro gli mando una copia".

 

 

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