Lunedì 14 Luglio 2025
REDAZIONE MAGAZINE

Gli scienziati hanno scoperto il cancro in un dinosauro

I ricercatori assicurano: “La nostra indagine potrebbe portare a scoperte utili anche per l’uomo”

L'incredibile scoperta su un fossile di dinosauro

L'incredibile scoperta su un fossile di dinosauro

A prima vista, i fossili di dinosauro e la moderna ricerca sul cancro possono sembrare mondi completamente separati. Ma, forse, le cose non stanno esattamente cosi: ecco perché.

Trovato un tumore alla mascella nel fossile di una ‘lucertola delle paludi’

Un nuovo studio appena pubblicato su ‘Biology’ suggerisce che i tessuti molli conservati per milioni di anni all'interno di ossa antiche potrebbero offrire preziose informazioni su come funziona il cancro e su come potremmo trattarlo oggi. Un gruppo di ricercatori del Regno Unito e della Romania hanno esaminato i resti fossilizzati di un Telmatosaurus transsylvanicus, un piccolo dinosauro delle dimensioni di una mucca, soprannominato la ‘lucertola delle paludi’, che visse circa 66–70 milioni di anni fa nell’attuale Romania. Utilizzando microscopi ad alta potenza, il team ha rilevato strutture simili a globuli rossi (o eritrociti), collegate a un tumore nella mascella del dinosauro, che era stato identificato in uno studio precedente.

È una scoperta che suggerisce che piccoli frammenti di tessuto molle potrebbero essere conservati nei fossili più spesso di quanto pensassimo e questo significa che possiamo scoprire molto di più su queste creature antiche, comprese le malattie che le colpivano.

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Cosa hanno scoperto gli scienziati

"A differenza delle sole strutture scheletriche, i tessuti molli contengono proteine che forniscono informazioni molecolari capaci di rivelare i meccanismi biologici alla base delle malattie" ha detto l’oncologo Justin Stebbing, dell’Università Anglia Ruskin nel Regno Unito aggiungendo che “La nostra ricerca, che utilizza metodi relativamente poco sfruttati, invita a ulteriori esplorazioni che potrebbero portare a scoperte utili anche per l’uomo”. Ad esempio, trovare frammenti di tessuto molle di dinosauro come quelli descritti in questo studio potrebbe rivelarsi cruciale per comprendere i meccanismi del cancro e la loro evoluzione.

Più un animale è grande, meno si ammala: un paradosso che è realtà

Grandi animali come balene ed elefanti hanno evoluto meccanismi per proteggersi dal cancro, e potrebbe essere che anche i dinosauri lo abbiano fatto. Sembra un paradosso, eppure è proprio così. Come ha osservato per la prima volta l’epidemiologo Richard Peto negli anni '70, più cellule ha un organismo, più possibilità ci sono che alcune di esse subiscano mutazioni cancerogene. Eppure, animali molto grandi e longevi, come elefanti o balene, hanno un’incidenza di cancro proporzionalmente molto più bassa rispetto a specie più piccole, come i topi o gli esseri umani. Comprendere questi adattamenti biologici antichi potrebbe un giorno ispirare nuovi approcci alla prevenzione o al trattamento del cancro negli esseri umani.

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Cosa potremmo scoprire in futuro nella lotta al cancro

La conservazione accurata di questi campioni è fondamentale: possiamo presumere che in futuro saranno sviluppate tecnologie di analisi più avanzate, ma questi progressi saranno inutili se non ci saranno tessuti di dinosauro da studiare. "I dinosauri, in quanto organismi di grandi dimensioni e lunga vita, rappresentano un caso interessante per indagare su come le specie abbiano gestito la suscettibilità e la resistenza al cancro nel corso di milioni di anni” conclude Stebbing. Il fatto che i dinosauri abbiano vissuto sulla Terra per milioni di anni offre la possibilità di capire come il cancro possa essere cambiato nel tempo e come le specie colpite possano essersi adattate.