
Giorni di primavera: cosa accade quando cambia la luce
Verso la fine di maggio, nell’emisfero nord, la luce del giorno si estende in modo sempre più marcato. Non siamo ancora al solstizio d’estate, che nel 2025 cadrà il 21 giugno, ma già nella seconda metà del mese la presenza del sole si fa più intensa, mentre le serate diventano lunghissime e luminose.
Il cambiamento della luce interessa il territorio europeo in modo diverso a seconda della latitudine: fenomeno naturale che intreccia osservazione scientifica e tradizione popolare, nei giorni di tarda primavera il tempo (e con lui l’umore!) sembra vibrare di nuova energia.
Le lunghe giornate di primavera
In Italia, il giorno con la maggiore durata di luce nel mese di maggio è il 31, quando in città come Milano il sole sorge poco prima delle 5:40 e tramonta attorno alle 21:10. Questo significa oltre 15 ore di luce, un valore che cresce man mano che ci si avvicina al solstizio.
A Bolzano, per esempio, si arriva a oltre 15 ore e 20 minuti, mentre a Palermo ci si ferma intorno alle 14 ore e 30. La progressiva estensione della luce diurna è legata all’inclinazione dell’asse terrestre e al movimento orbitale della Terra: tra marzo e giugno, l’emisfero nord riceve ogni giorno un po’ più di luce, avvicinandosi al momento del solstizio, quando sarà maggiormente esposto al Sole.
Ogni anno la variazione della durata del giorno viene osservata con precisione dagli osservatori astronomici e monitorata in tempo reale tramite i dati dell’INAF (Istituto Nazionale di Astrofisica) e dei principali enti meteo e scientifici europei.
Preludio al solstizio d’estate
Il progressivo allungarsi delle giornate che culmina nel solstizio del 21 giugno è un processo continuo che inizia già a marzo, ma a maggio diventa particolarmente evidente. I giorni più lunghi di primavera non hanno solo a che fare con una questione di minuti in più di luce: segnano anche un punto di svolta nella percezione del tempo.
La natura accelera. Le fioriture sono al culmine, gli uccelli iniziano a cantare all’alba prima ancora che sorga il sole e gli esseri umani modificano le loro abitudini, spesso allungando le attività all’aperto fino a sera.
La differenza tra la durata del giorno e della notte in questo periodo è tale che il crepuscolo si prolunga anche oltre un’ora dopo il tramonto, creando quelle che i popoli nordici chiamano “notti bianche” e che anche in Italia, seppur più brevemente, regalano un senso di sospensione temporale.
Luce, leggende e riti del mese di maggio
Maggio è un mese ricco di significati simbolici, molti dei quali legati proprio alla luce crescente. In antichità, il progressivo aumento delle ore diurne era celebrato con feste propiziatorie, legate al raccolto e alla fertilità. I Celti festeggiavano Beltane nella notte tra il 30 aprile e il 1° maggio, accendendo fuochi che simboleggiavano il Sole crescente e il ritorno della vita.
Anche nel folklore italiano esistono leggende legate alla luce: si dice, ad esempio, che le "rose di maggio" si aprano completamente solo nelle giornate più lunghe e luminose e che raccogliere erbe officinali durante questi giorni conferisca loro poteri più forti.
La scienza della luce: l’angolo solare e la percezione visiva
Dal punto di vista scientifico, ciò che accade in questi giorni è anche legato all’altezza del Sole sull’orizzonte. In maggio, il Sole raggiunge un’altezza massima nel cielo che si avvicina a quella del solstizio, influenzando non solo la durata del giorno, ma anche la qualità della luce percepita.
Le ombre diventano più corte a mezzogiorno, i contrasti più netti e i colori più saturi. Si tratta di un fenomeno ben noto ai fotografi naturalisti e ai pittori, che da secoli considerano la luce fra maggio e giugno una delle più intense e magiche dell’anno.