
Roma, 16 settembre 2023 – A settembre del 2022 l’Assemblea Generale dell’ONU ha adottato all’unanimità un totale di quattro risoluzioni legate sia alla sanità a livello globale sia alla lotta indiscriminata contro la violenza sessuale e di genere. In questa cornice, l’organizzazione internazionale ha deciso di proclamare il 16 di settembre come Giornata Internazionale della Cardiologia Interventistica. L’evento è stato istituito per rendere omaggio agli straordinari progressi nella diagnosi e nel trattamento delle malattie cardiovascolari attraverso la cardiologia interventistica. Si tratta di una disciplina rivoluzionaria che nel corso degli anni ha salvato la vita di innumerevoli persone e ha migliorato la qualità di vita di milioni di pazienti in tutto il mondo. Vediamo insieme il ruolo preziosissimo che questa pratica ha avuto per la medicina a livello mondiale.
La storia
Il pioniere della materia è stato senza ombra di dubbio il dottor F. Mason Sones, il primo medico nella storia ad aver utilizzato un liquido di contrasto nel corso di una procedura di emodinamica su un paziente di 26 anni affetto da cardiopatia reumatica. Riuscendo a visualizzare l’arteria coronaria del suo assistito, Mason Sones fu in grado di accorgersi che il catetere da lui guidato era per errore finito nella coronaria destra del suo assistito. L’anno era il 1958. A partire dall’intuizione di Sones, la cardiologia interventistica si è ulteriormente sviluppata con una serie di preziose scoperte. Ricordiamo per esempio il contributo del dottor M. Judkins, che nel 1967 creò una selezione di curve di cateteri angiografici per visualizzare le coronarie; nel 1977, inoltre, il dottor A. Gruentzig effettuò il primo intervento di una malattia vascolare coronarica con l’approccio percutaneo; nel 1994, infine, ricordiamo l’approvazione dell’utilizzo dello stent metallico, lo strumento che avrebbe spianato la strada alla cardiologia interventistica.
Il “cuore” della cardiologia interventistica
La cardiologia interventistica è una branca della medicina cardiaca che si concentra sull'uso di procedure invasive, come l'angioplastica coronarica e la posa di stent, per curare le malattie del cuore e dei vasi sanguigni. Tali procedure permettono ai dottori di intervenire direttamente sulle patologie cardiache senza che si renda necessario un intervento chirurgico a cuore aperto, riducendo così al minimo i rischi per il paziente e accelerando la fase di recupero. L'angioplastica coronarica è una delle procedure più comuni in cardiologia interventistica. Nel corso di questo intervento, i medici inseriscono un catetere all’interno di un vaso sanguigno (generalmente a livello dell’inguine) che viene fatto avanzare fino alle arterie coronarie. Una volta posizionato, viene utilizzato un palloncino gonfiabile per aprire le arterie coronarie che si erano ristrette (il restringimento si chiama “stenosi”), ripristinando in questo modo il regolare flusso sanguigno al cuore. Spesso, durante lo stesso procedimento, viene posizionato un piccolo tubo metallico chiamato stent per mantenere aperta l'arteria e prevenire il restringimento a lungo termine. L’angioplastica è oggi una delle procedure mediche più importanti e utilizzate per prevenire l’insorgenza di infarto nei pazienti.
I progressi della cardiologia interventistica
Negli ultimi decenni, la cardiologia interventistica ha fatto passi da gigante nell'innovazione e nel perfezionamento delle tecniche. Uno dei cambiamenti più significativi è stata l'introduzione delle immagini a raggi X digitali, che hanno migliorato notevolmente la precisione durante le procedure. Questa tecnologia consente ai medici di vedere con maggiore chiarezza l'area da trattare e aiuta a guidare con precisione lo spostamento del catetere verso il sito esatto. Anche i già citati stent hanno rappresentato un elemento di novità fondamentale per quanto riguarda la cardiologia interventistica. Alcuni di questi dispositivi, infatti, rilasciano gradualmente farmaci direttamente nell'arteria, riducendo così il rischio di stenosi dopo l'angioplastica. Si tratta di progressi importanti, in grado di garantire maggiore sicurezza e tassi di successo delle delicate procedure di cardiologia interventistica ancor più elevati.
Cardiologia interventistica e prevenzione
La cardiologia interventistica non è solo una modalità di trattamento per le malattie cardiache esistenti, ma svolge anche un ruolo cruciale nella prevenzione. Uno degli aspetti fondamentali è rappresentato dalla valutazione delle lesioni coronariche attraverso l'angiografia coronarica. Questo esame consente ai medici di rilevare le lesioni nelle arterie coronarie prima che si trasformino in problemi critici, consentendo interventi preventivi.
La cardiologia interventistica oggi
Questa branca della medicina ha certamente dovuto affrontare una sfida inedita con l’arrivo della pandemia da Covid-19. La necessità di proteggere i pazienti e il personale medico ha portato a nuove procedure e protocolli per garantire un ambiente il più sicuro possibile durante le procedure. La situazione attuale vede dunque un aumentato utilizzo della telemedicina, un prezioso strumento che è in grado di aiutare enormemente i medici a monitorare lo stato di salute dei loro pazienti a distanza (per quanto resti fondamentale sottoporsi a periodici controlli e visite in presenza). Questo nuovo approccio ha dimostrato di essere efficace soprattutto nell'assistenza ai pazienti che soffrono di malattie cardiache croniche.
Il futuro della cardiologia interventistica
Mentre celebriamo i successi passati e attuali della cardiologia interventistica, è importante anche guardare al futuro. La ricerca continua a guidare l'innovazione in questa disciplina, con l'obiettivo di renderla ancora più efficace e meno invasiva possibile. Una delle aree più promettenti della ricerca è lo sviluppo della robotica e dell’intelligenza artificiale per assistere i medici durante le loro delicate procedure: tali tecnologie potranno fornire senza dubbio una guida estremamente precisa per gli esperti, aumentando i livelli di sicurezza delle operazioni.