
Gli studenti giapponesi sono sempre più stressati e depressi
Non lasciatevi ingannare da stereotipi e immagini ‘zen da cartolina’ perché in Giappone i livelli di stress tra gli studenti delle scuole superiori continuano ad aumentare. Ecco perché è già pronto un nuovo programma scolastico per provare a correre ai riparti. Scopriamo di cosa si tratta.
La ricerca sull’educazione emotiva a scuola
Partiamo da un dato di fatto: pressioni accademiche, crisi d’identità e incertezze sul futuro rendono i giovani particolarmente vulnerabili: molti superano la soglia clinica per la depressione, con effetti negativi a lungo termine su studio, carriera e, soprattutto, benessere. Per affrontare questo che, ormai è a tutti gli effetti un problema nel Paese del sol levante, un team guidato dalla professoressa Akiko Ogata dell’Università di Hiroshima ha sviluppato MIRaES (Mastery of Interpersonal Relationships and Emotional Skills), un programma annuale dedicato agli studenti delle superiori. Pubblicato online il 17 maggio e in uscita sulla rivista Children and Youth Services Review il 1° luglio 2025, lo studio ha coinvolto 120 studenti di un liceo nipponico. Il programma si distingue dai precedenti per durata e contenuti: 12 incontri distribuiti su un anno, incentrati su quattro aree chiave: assertività, ristrutturazione cognitiva, gestione della rabbia e problem solving. Le lezioni sono state condotte da psicologi clinici in collaborazione con i docenti, favorendo l’applicazione concreta delle competenze nella vita scolastica quotidiana.
Obiettivo: prevenire l’aggravarsi dei sintomi depressivi
I ricercatori, tra cui Kohei Kambara (Università di Doshisha) e Yugo Kira (Università di Kurume), hanno analizzato l’andamento dei sintomi depressivi, delle abilità sociali e della regolazione emotiva, confrontando gli studenti con alta frequenza (11+ incontri) con quelli meno presenti. Il risultato: nessun peggioramento nei sintomi depressivi per i partecipanti assidui, a differenza del gruppo con minore frequenza, che ha mostrato un netto peggioramento. Dalle testimonianze raccolte, emerge che chi ha seguito il programma regolarmente ha integrato le competenze apprese nella vita quotidiana, usando termini come “utile”, “controllo” e “vita di tutti i giorni”. Secondo Kambara, “generalizzare le competenze apprese e adattare gli interventi al contesto scolastico può prevenire l’aggravarsi dei sintomi depressivi”. Il progetto, pensato per superare vincoli tipici delle scuole superiori, ha un valore che va oltre i confini giapponesi e potrebbe rappresentare un modello replicabile in altri sistemi educativi.