Per approfondire:
Salvato da Fedez. "Senza il suo precedente, non so se la Rai mi avrebbe mantenuto in gara" ammette Gianni Morandi in collegamento dal Teatro Duse di Bologna, dov’è in scena fino al 17 febbraio con altre sette repliche del suo Stasera gioco in casa, parlando dell’incidente che ha rischiato di mettere fuorigioco la sua Apri tutte le porte prima ancora di cantare una sola battuta. "Vorrei tanto non essermi sbagliato a metterne accidentalmente un pezzo su Facebook rischiando l’eliminazione – dice Gianni – Non ci ho dormito per due notti al pensiero di mettere in gioco il lavoro di Jovanotti, che l’ha scritta, e di tutti quelli che ci hanno lavorato". Alla fine, il fatto che un anno fa la coppia Fedez-Michielin, protagonista di un caso simile, abbia potuto concorrere lo stesso, ha fatto pendere la bilancia a suo favore. Quest’anno sono 60 anni di carriera e 50 dal primo Sanremo. "Già. Sono coetaneo dei Beatles. La mia Andavo a 100 all’ora e la loro Love me do uscirono a pochi giorni di distanza. La Rai mi ha chiesto di festeggiare l’anniversario, ma le celebrazioni non mi piacciono perché penso che non portino poi benissimo. Vivo Sanremo con l’entusiasmo di un debuttante, e anche con le stesse paure: la tremarella e le mani che sudano possono venire anche a uno con la mia esperienza". Perché attese dieci anni prima di andare a Sanremo? "Perché al tempo preferivamo tutti i tre mesi di Canzonissima ai tre giorni del Festival. Canzonissima iniziava a settembre e finiva il 6 gennaio. Difficile potersi ripresentare in una competizione televisiva solo venti giorni dopo. Migliacci mi propose di andare con Che sarà, ma non me la sentii, poi con La prima cosa bella e rinunciai. Claudio Villa, invece, nel ’67 vinse Canzonissima con Granada e subito ...
© Riproduzione riservata