di Andrea Spinelli Forte di carattere come il rosso che produce alla Certosa di Belriguardo, la tenuta che possiede nel Chiantishire, Gianna Nannini si prepara a un mese di fuoco che la vede impegnata Il 10 maggio all’Europauditorium di Bologna, il 13 e 14 agli Arcimboldi di Milano e il 28 tra gli spalti in tumulto dell’Artemio Franchi di Firenze. "Mio padre Danilo diceva che la terra non arricchisce, ma non tradisce, e io ho seguito il suo suggerimento – ammette – Ho affidato l’attività agricola a collaboratori geniali che hanno trasformato un’azienda coi segni dell’età in un giardino". Suo padre era Priore della Contrada della Civetta, mentre lei dell’Oca. "Già, a Siena l’appartenenza è data dal luogo di nascita. Io sono nata in via delle Terme angolo Santa Caterina, quindi piena Contrada dell’Oca. Una volta sono pure tornata a visitare la casa all’ultimo piano dove sono venuta al mondo, dove m’hanno messo la bandiera del rione accanto alla culla. Oggi si nasce in ospedale e occorre quindi il battesimo in contrada, che non è la stessa cosa. Anche se il legame rimane, perché il Palio è una tradizione popolare di trance, di stato alterato di coscienza". Un po’ di trance c’è pure nei concerti. "Il concerto nei teatri è elettroacustico perché in quel contesto c’è più concentrazione e meno festa che nei grandi spazi. Per me non cambia niente; dove canto, canto. Anche perché non ho mai avuto accanto una band così forte. In Italia all’inizio il pubblico teatrale è rigoroso, ma dal quarto pezzo in poi si scatena. Il concerto è sempre rock, però la cornice conta". L’evento del 28 maggio tra gli spalti del Franchi sarà affollato di amici. "Ho voluto Ariete, Coez, Nigiotti, Rosa Chemical e Speranza, ma pure Loredana Bertè, Carmen Consoli, i Litfiba perché sono quelli che ho avuto accanto nel ...
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