Sabato 20 Aprile 2024

Giallo sul red carpet: la guerra degli Styles

Al Lido arriva l’acclamatissimo Harry, al debutto da attore nel film diretto dalla sua fidanzata Olivia. In lite, sembra, con la protagonista Pugh

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di Giovanni Bogani

C’è un film, Don’t Worry Darling, presentato ieri fuori concorso a Venezia, che rovescia in un cupo incubo il più colorato sogno americano anni ’50. E c’è una star arrivata al Lido: Harry Styles, ventotto anni stilosi e sexy, il successo mondiale con la boy band degli One Direction, poi la conferma di quel successo – se possibile ancora più esclatante – nella carriera da musicista solista e ora il cinema: icona LGBT, personaggio "fluido", amatissimo dai giovani. Ed ecco, come per Timothée Chalamet, eserciti di ragazzine a grappoli sotto il sole, ad attendere ore e ore che passino sul red carpet. E sul red carpet passa anche Florence Pugh, la protagonista femminile del film, che però non ha partecipato alla conferenza stampa. Il segno di una guerra fredda su cui si sono scatenate le congetture di tutti.

Alla conferenza stampa, Harry Styles – 28 anni – si siede a un lato del tavolo, la regista Olivia Wilde – 38 anni – al lato opposto. Non si fanno fotografare vicini, eppure sono una coppia nella vita, una di quelle più importanti nello show business degli ultimi anni: l’amore tra i due è scoppiato sul set di quel film, lei per lui ha lasciato il marito. Mentre la protagonista della pellicola, Florence Pugh, non si fa vedere. Il film racconta di una giovane coppia affiatatissima che vive in una specie di Paradiso color pastello, una cittadina ideale con villette simmetriche, costruita in mezzo al deserto, in cui i mariti fanno lavori misteriosi e le mogli sono belle, carine, sorridenti e preparano l’arrosto per loro. Ma in questo universo zuccheroso si capisce presto che qualcosa non va.

"È un film sul potere, sull’abuso di potere", dice la regista Olivia Wilde. "Abbiamo iniziato il film nell’era del “Make America Great Again“ di Donald Trump, mettendo in discussione il suo significato". Harry Styles racconta della sua esperienza di musicista, prima di flirtare col cinema: "Fare musica è una cosa molto personale: nella recitazione esci da te stesso, interpreti qualcun altro. È divertente. In realtà non so mai che cosa sto facendo, quando recito. Continuerò a farlo? Non lo so, vivo giorno per giorno. So che devo tutto ai miei fan musicali. Certo, però, se mi chiamasse Sorrentino, correrei". Parla anche dei social: "Ci sono molti lati negativi, piuttosto evidenti a chiunque. Ma ci sono anche cose positive".

Rimane nell’aria, tuttavia, la domanda. Perché Florence Pugh non c’è alla conferenza stampa? Olivia getta acqua sul fuoco: "Florence è una forza: e siamo molto grati che sia riuscita a volare a Venezia per il red carpet, nonostante stia girando un film". Si tratta di Dune 2, con set a Budapest. Vero è, tuttavia, che essere impegnato nelle riprese dello stesso Dune 2 non ha impedito, proprio l’altro giorno, a Timothée Chalamet di arrivare al Lido in tempo e fare tutto quello conferenza stampa e tutto.

Ma Olivia Wilde è impaziente di chiudere la questione, e aggiunge: "Riguardo a tutto il gossip e le speculazioni che si sono fatte, Internet è una macchina che si nutre da sola. Non c’è bisogno che io vi contribuisca". Le polemiche riguardano le dichiarazioni di Shia LaBoeuf. Doveva essere lui, l’attore maledetto di Hollywood, "redento" da Abel Ferrara che lo ha scelto per il suo Padre Pio, il protagonista di Don’t Worry, Darling. Ma la stessa Wilde ha dichiarato a Variety di averlo allontanato dal progetto perché "il suo atteggiamento, la sua “energia combattiva“, è lontano dal comportamento che chiedo nei miei film".

LaBeouf ha ribattuto a stretto giro dicendo che è stato lui a volersene andare, e ha diffuso il video messaggio in cui la Wilde cercava anzi di convincerlo a rimanere, aggiungendo che la "Pugh doveva darsi una svegliata". A propriavolta, la Pugh non ha postato molto sul film, nel suo profilo Instagram o altrove. Ormai, anche non postare qualcosa può portare all’infiammarsi delle polemiche. Bei tempi.

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