Già visto da due milioni: Fedez resta a Sanremo

Una quantità enorme di fan ha cliccato sul video del rapper con qualche nota del suo brano. "Solo pochi secondi": la Rai lo conferma in gara

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di Andrea Spinelli

Gran confusione al di là del muro. L’invalicabile barriera formato Festival di Venezia che la Rai intende erigere attorno all’Ariston per tenere lontani virus e masse di curiosi (e sperare nel placet in settimana del Comitato tecnico scientifico all’idea di Sanremo messa a punto per questa 71ª edizione) non sembra comunque poter arginare le polemiche, che iniziano a proliferare attorno alla manifestazione come se a rendere il clima incandescente non bastassero già i dubbi del Cts, le impuntature di Amadeus e le incognite poste quotidianamente dal temutissimo andamento della pandemia.

A scatenare gli animi (e il Codacons) è stato nelle ultime ore Fedez, che l’altra sera ha postato sulla sua pagina Instagram un video in cui, scherzando col figlio Leone, lasciava andare in sottofondo alcuni secondi di quella Chiamami per nome che lo porta in gara all’Ariston in coppia con Francesca Michielin. "Un errore" assicurano fonti vicine al rapper milanese avvalorando la tesi della “leggerezza”, quando lui, di sicuro, sprovveduto non è. Come non è neanche a digiuno di strategie social, visti gli 11,6 milioni di follower, oltre a quelli della moglie Chiara Ferragni. C’è chi ha inteso la mossa come una trovata pubblicitaria e chi una “exit strategy” dal Festival delle incertezze, ma nel caso, forse, la Michielin avrebbe qualcosa da ridire.

"Non conosco il pezzo, ma sembra che le note rivelate siano parte dell’inciso" spiega il discografico Mario Limongelli, numero uno di Pmi, associazione dei produttori musicali indipendenti. "L’unico, ipotetico, “danno” che la cosa può arrecare alla gara è dato dall’alto numero di visualizzazioni; come scattare dai blocchi di partenza un attimo prima dello start. A meno, naturalmente, che pure gli altri concorrenti facciano lo stesso, scatenando, però, l’inferno". Ieri sera le visualizzazioni dei fan – tra video integrale e stesso video successivamente “epurato” dall’accenno del brano in questione – erano oltre 2 milioni e mezzo.

Sempre in serata è arrivata la risposta della Rai, che mantiene in gara Chiamami per nome perché "pur esprimendo serio biasimo per l’accaduto", ritiene che "la durata dell’interpretazione risulta essere estremamente ridotta e tale da non svelare di per sé il brano, che non può considerarsi diffuso e che mantiene quindi la caratteristica di novità richiesta dal regolamento della manifestazione".

Per l’archiviazione senza dibattimento, d’altronde, deponevano già i precedenti a cominciare dal “caso” Paola e Chiara del 2005, quando 30 secondi della loro A modo mio furono ascoltabili in rete prima del Festival, per proseguire con quello D’Alessio-Bertè nel 2012, 30 secondi di Respirare su YouTube qualche giorno prima che venisse ammesso alla gara, ma anche Cristicchi nel 2006, la Civello nel 2012, Meta-Moro nel 2018. Decide la Rai (e la direzione artistica che ha scelto il brano “sub judice”) ecco perché nel 1973 i Camaleonti di Come sei bella vennero ammessi, nonostante il loro pezzo fosse stato mandato in onda in anticipo a SuperSonic - Dischi a Mach 2, mentre nel 2014 Riccardo Sinigallia venne squalificato per aver già eseguito in concerto la sua Prima di andare via.

In Riviera i problemi di questa edizione rimangono comunque altri. In primis le date, che qualcuno vorrebbe spostare dal 2-6 marzo a fine aprile. Ma forse andrebbe corretto il tiro pure sull’idea di Festival. Su questo l’ex direttore di Raiuno Giancarlo Leone usa parole di saggezza, suggerendo anche, data l’eccezionalità del momento, serate di tre ore fatte solo di canzoni, che porterebbero "a una riduzione dello share, rispetto alla durata fino alle 2 di notte, ma a un incremento dell’ascolto medio, senza eccessivi danni per il GRP (Gross Rating Point - ndr) che interessa gli investitori pubblicitari". Vallo a spiegare ad Amadeus.

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