Giovedì 25 Aprile 2024

George Clooney scrive una lettera aperta al Daily Mail, criticandolo

L'attore e regista chiede al tabloid di non pubblicare più foto dei suoi figli, perché rischiano di diventare l'obiettivo di terroristi

George Clooney

George Clooney

Con mossa inusuale, l'attore e regista George Clooney ha scritto una lettera aperta al tabloid britannico Daily Mail chiedendo che non pubblichi foto dei suoi figli, i gemelli Ella e Alexander. La ragione è delle più serie: siccome il lavoro della moglie Amal Alamuddin, avvocata specializzata in diritto internazionale e diritti umani, implica portare a processo esponenti di gruppi terroristi, l'anonimato dei gemelli è determinante per la loro sicurezza, al fine di evitare che diventino potenziali vittime di ritorsioni. Già in precedenza Clooney aveva avuto un battibecco con il Daily Mail: nel 2014 il tabloid aveva scritto che la madre di Alamuddin si opponeva alla loro relazione per ragioni religiose. Una notizia inventata della quale il tabloid si era scusato. Clooney però aveva rifiutato le scuse, definendo la pubblicazione "il peggior tipo di tabloid, quello che fabbrica notizie fasulle a scapito dei suoi lettori". Ora i toni sono più pacati, ma le argomentazioni pesano come un macigno.

La lettera aperta di George Clooney al Daily Mail

Clooney ha scritto che accetta il fatto di essere un personaggio pubblico e che ciò comporta talvolta la pubblicazione di "foto intrusive": "So che è il prezzo da pagare per fare il mio lavoro. Ma i nostri figli non hanno accettato questo tipo di scambio. La natura del lavoro di mia moglie implica portare a processo gruppi terroristi e noi prendiamo tutte le precauzioni possibili per salvaguardare la sicurezza della nostra famiglia. Non possiamo proteggere i nostri figli se ci sono pubblicazioni che mettono i loro volti in copertina. Non abbiamo mai venduto loro foto, non abbiamo account sui social media e non pubblichiamo mai loro immagini, perché farlo metterebbe a rischio la loro vita. E non parlo di un pericolo generato dalla paranoia, bensì di un pericolo reale, con conseguenze nel mondo reale. Speriamo che siate d'accordo con noi sul fatto che la necessità di vendere spazi pubblicitari non viene prima dell'evitare che bambini innocenti siano trasformati in bersagli".

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