Fughe e rivolte, le Amiche geniali crescono

Nel vortice degli anni Settanta, fra contestazione studentesca e lotte femministe: Daniele Luchetti dirige i nuovi episodi della serie

Le Amiche geniali

Le Amiche geniali

Roma, 27 genaio 2022 - Lila e Lenù sono diventate donne e le loro vite prendono due strade diverse, nell’Italia degli anni Settanta segnati dalla contestazione studentesca e dalle lotte femministe. Lenù, ovvero Elena Greco, pubblica il suo primo romanzo, si sposa, diventa mamma, mentre Lila, naufragato in fretta il suo matrimonio, è costretta a un duro lavoro in fabbrica per sbarcare il lunario e crescere il suo bambino.

Una delle serie più amate e seguite, venduta in 130 Paesi, dagli Stati Uniti alla Cina dove l’hanno omaggiata perfino con una mostra, torna con il terzo capitolo della quadrilogia: L’amica geniale – Storia di chi fugge e di chi resta, quattro serate in onda su Raiuno, a partire da domenica 6 febbraio.

Tratta dall’omonimo romanzo di Elena Ferrante, con Margherita Mazzucco e Gaia Girace protagoniste nei ruoli di Lenù e Lilla, si avvale questa volta della regia di Daniele Luchetti che subentra a Saverio Costanzo, e aggiunge all’ambientazione napoletana, riprese a Milano, Firenze, Torino.

"Il passaggio di testimone è sempre accompagnato da una domanda, riuscirò a metterci qualcosa di mio? Io ho fatto una scelta estremamente semplice – spiega Luchetti – quella di seguire i personaggi e di metterli in condizione di vivere le scene emotivamente per la prima volta davanti alla macchina da presa". A guidarlo, racconta, la sceneggiatura. "Una sceneggiatura straordinaria – sottolinea ancora il regista – scritta da Laura Paolucci, Francesco Piccolo, Saverio Costanzo e dalla stessa Ferrante".

Senza trucchi per apparire invecchiate, Gaia Girace e Margherita Mazzucco, 18 e 19 anni, sono ancora, e in modo convincente, Lila e Lenù. "Semplicemente con il talento e la recitazione diventano più mature. Loro iniziano come delle ragazze e finiscono come delle giovani madri e questo è perfettamente credibile – osserva Luchetti – perché negli anni Settanta le nostre madri erano delle ragazze. Queste donne che magari lavavano i piatti, stendevano i panni e intanto lottavano e sognavano una vita diversa per sé stesse e per le altre donne, erano giovanissime. Io ci ho messo molto di quello che ho visto a casa mia, di mia madre, costretta da una famiglia patriarcale a rinunciare a studiare. La rabbia di Lila io la conosco".

"Non so – dice ancora il regista – se è un’autobiografia della Ferrante, ma è un’autobiografia di tutti quelli che hanno vissuto quegli anni e anche dei loro figli, per questo la serie piace molto anche ai giovani".

Elena Ferrante, ferma nella volontà di mantenere segreta la sua vera identità, ha collaborato attivamente alla scrittura della sceneggiatura ma comunicando con gli altri solo attraverso mail. "Il rapporto con la Ferrante è da sempre di grande vicinanza. Ci ha inizialmente studiati – riferisce Francesco Piccolo – e poi supportati con note e suggerimenti". Cresciute con i loro personaggi, Gaia e Margherita sentono di assomigliargli anche un po’. "Nel tempo mi sono resa conto di quanto io sia vicina a Lenù – dice Margherita – al suo modo di pensare e reagire, alla sua sensibilità. Ma lei è certamente molto più determinata di me".

Mentre Gaia afferma: "Io e Lila ci somigliamo proprio perché siamo tutte e due molto determinate e andiamo avanti fino a quando non abbiamo raggiunto il nostro obiettivo. E siamo anche estremamente impulsive, ma adesso io sto cercando di cambiare". Due personaggi che ora si preparano a salutare, troppo grandi per il quarto, conclusivo capitolo. "Ma restano – affermano entrambe – nel nostro cuore".

 

 

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