Venerdì 19 Aprile 2024

Franco Oppini: "Ero un Gatto, oggi faccio l’anfitrione"

Fra palcoscenico e tv: "Il successo? Lo dobbiamo a mago Zurlì"

Da sin: Ninì Salerno, Franco Oppini, Jerry Calà e Umberto Smaila

Da sin: Ninì Salerno, Franco Oppini, Jerry Calà e Umberto Smaila

Milano, 18 agosto 2019 - Franco Oppini, 69 anni, ex Gatto di Vicolo Miracoli, ex marito di Alba Parietti, sta girando nei teatri d’Italia con L’anfitrione di Plauto, insieme con Debora Caprioglio.

È vero che la passione per il palco le venne quando un professore di liceo portò la sua classe a vedere “I giganti della montagna” di Pirandello con Turi Ferro?

"Lì venne piantato il seme, che poi ha fruttificato".

Lei e Umberto Smaila eravate compagni di classe...

"Non solo di classe, proprio di banco. Io, così magrolino, ero l’unico che poteva stare accanto a lui... Poi assorbimmo anche Ninì Salerno, che era stato bocciato l’anno prima".

Franco Oppini
Franco Oppini

Come erano quegli anni?

"Mi ero iscritto all’ultimo momento al prestigioso liceo classico di Verona, frequentato da figli di ingegneri, avvocati, industriali... Il preside formò una sezione con tutti gli ‘scarti’, una specie di ‘sporca dozzina’. Ma c’erano cervelli di prima qualità. Era il ’68. Il primo sciopero lo proclamammo io e Umberto perché in aula faceva freddo. Il bidello ci fece rientrare a calci".

Come nacquero i Gatti?

"Alla sera andavamo in piazza Dante a suonare la chitarra e cantare, dire qualche stupidaggine, avevamo voglia di far ridere. Una sera passò il regista Dore Modesti, marito di Gabriella Farinon, che ci propose di andare a Roma per girare una campagna sulla sicurezza stradale. Partimmo d’inverno in cinque più il contrabbasso – ci portavamo sempre dietro il contrabbasso – su una Mehari con la capote rotta. Era pieno inverno, arrivammo congelati. Poi della campagna non si fece nulla, ma intanto che eravamo a Roma giravamo per locali cercando di incontrare produttori, registi... Non avevamo più soldi, mangiavamo liquirizia per far passare la fame. Una sera incocciammo in un agente che ci disse: “Non siete adatti a Roma. Voi dovete andare a Milano”. E ci portò a casa di Cino Tortorella".

Gatti di Vicolo Miracoli: Jerry Calà, Ninì Salerno, Franco Oppini e Umberto Smaila
Gatti di Vicolo Miracoli: Jerry Calà, Ninì Salerno, Franco Oppini e Umberto Smaila

Il mago Zurlì...

"Dobbiamo molto a lui. Era amico di Gianni Bongiovanni, il patron del Derby. Facemmo il provino un pomeriggio e alla fine Bongiovanni ci disse: “Va bene, stasera salite sul palco”. Restammo dieci anni".

E la tv?

"Ancora grazie a Cino Tortorella. Eravamo in Rai per parlare di una trasmissione che non si fece mai. Quattro porte più in là c’era lui che discuteva con un altro dirigente di un programma. Il dirigente gli disse: “Ci vorrebbero dei comici nuovi”. Tortorella non sapeva che pesci prendere. Ma quando uscì in corridoio ci vide, e rientrò subito nell’ufficio. “Eccoli”, disse. Fummo ingaggiati per Gioco città e poi per Non Stop. Cosa vuol dire essere al posto giusto nel momento giusto. Non stop fu una fucina di talenti: La Smorfia con Troisi, Verdone, Beruschi, Messeri, i Giancattivi con Nuti".

Cosa ricorda di Troisi?

"Era molto riservato, timido. Verdone in pratica lo ingaggiammo noi. Dopo il primo anno di Non Stop qualcuno del programma ci disse: andate a vedere questo comico romano, dicono che sia bravo. Era Verdone. Andammo al suo spettacolo e tornammo entusiasti".

Diego Abatantuono era il vostro tecnico delle luci...

"Avevamo un faro solo, il lavoro non era molto. Diego in macchina dormiva sempre, e quando arrivavamo non voleva mai scendere, così ci autorizzava a svegliarlo anche in modo sbrigativo. Una volta, alle tre di notte, stavo guidando di ritorno da uno spettacolo, in mezzo a un nebbione terribile. Gli altri dormivano. Per la noia mi venne un’idea. Mi fermai in una piazzola, svegliai Diego piuttosto bruscamente e gli dissi: “Siamo arrivati, dai, scendi”. Per la nebbia non si vedeva nulla. Abatantuono, mezzo imbambolato dal sonno, sbarcò dall’auto e cominciò a camminare lungo la corsia di emergenza. “Ma dove è la casa?” chiedeva. “Avanti, vai avanti”, gli dicevo io. Lo recuperai dopo un centinaio di metri prima che succedesse un incidente".

Alba Parietti come l’ha conosciuta?

"È lei che ha conosciuto me. Già lavorava per una tv privata di Torino. Era venuta a Non Stop, che allora si registrava negli studi piemontesi, con una sua amica. L’amica la portò a cena con noi, ma io la snobbai per tutto il tempo. Solo alla fine le proposi di accompagnarmi in albergo, e da lì è nato tutto. Siamo rimasti insieme nove anni. Adesso nostro figlio ha 37 anni".

Oggi è sposato con Ada Alberti, astrologa...

"Fu lei a insistere perché invitassi Alba al nostro matrimonio. E ancora adesso Alba ogni tanto la consulta per qualche questione d’amore riguardanti i suoi fidanzati. Un giorno, parlando di uno che mi assomigliava, le ha detto: “Ma come hai fatto a sposare mio marito”?".

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