Roma, 18 ottobre 2022 - La prima cosa bella è il tuo sorriso giovane. Nel 1970 Franco, sul palco del festival di Sanremo, ha solo un’ombra di baffi, i capelli scuri ricci corti davanti e lunghetti sulla nuca, una giacca marrone dai revers giganti che continuerà a indossare in diverse altre occasioni, anche per le foto di copertine dei dischi. Ha solo 28 anni, ma dei quattro è il più grande: il 'nasone', il 'brutto', il defilato: a risplendere nel piccolo schermo, nei primi piani a tutta faccia, con la telecamera che indugia felice sui loro sguardi timidi e sui loro capelli biondi, sono Angelo e Marina; a risuonare nel cuore, radiosi inni alla gioia del pop, sono gli acuti – in quel brano relegati solo ai cori, ma che potenza – della brunetta, Angela. Fuori dal palco di Sanremo si agitano i demoni dell’autunno caldo appena passato e del piombo che sta per arrivare.
Leggi anche: Funerali di Franco Gatti, commozione dei Ricchi e poveri. La moglie: ora sei con Alessio
Ma lì, in quel momento e poi per sempre fino a noi, Franco sorride, sorride molto, insieme i Ricchi e Poveri – specchio di un’Italia che s’illude ancora che sia tutto semplice e immediatamente riconoscibile, ricchi e poveri, biondi e mori – sottolineano il ritornello scandendo il ritmo con le mani aperte verso il pubblico, una specie di abbraccio, ad accogliere il mondo: un mondo intero che mentre loro cantano è esattamente così, prati in fiore, stelle tra gli alberi, notti che si schiariscono, cuori innamorati, sempre più. L’eterna promessa della giovinezza dell’anima. Cose belle.
Nato a Genova il 4 ottobre 1942, Franco Gatti è morto ieri mattina: era ricoverato all’ospedale San Martino, le sue condizioni di salute si erano aggravate nelle ultime settimane, lascia la moglie Stefania Picasso e la figlia Federica. In realtà Franco stava male dal 2013, e non si era mai ripreso pienamente, perché sarebbe stato impossibile riprendersi, per chiunque: era a Sanremo – sempre lì, nello luogo dove la sua vita di cantante di successo era iniziata, con il debutto e la vittoria nel ’70 della Prima cosa bella –, avrebbe dovuto esibirsi al Festival di Fazio la sera del 3 febbraio come superospite, con Angela e Angelo, quando in mattinata gli arrivò la notizia della morte del figlio Alessio, 28 anni. "Mio figlio beveva molto ed è stata anche un po’ la sua disgrazia", raccontò allora: "Ha fatto una cazzata, la prima e ultima della sua vita assumendo degli stupefacenti in un momento in cui non stava bene. E l’ha pagata così". "Ci rincontreremo", aveva detto poi in lacrime, in tv, qualche tempo fa.
Sanremo ha di fatto scandito l’esistenza di Gatti: la città che si trasforma in palcoscenico, il palcoscenico dove vanno in scena le canzonette che poi diventano l’alfabeto dei nostri lessici familiari, semi soffiati dal vento e radici ben piantate nelle nostre piccole identità. Un palcoscenico che accoglie in favore di pubblico i lustrini e i trucchi dello show e dietro le quinte la vita com’è, liti e miserie, disperazioni e lacrime. Sul palco del Festival i Ricchi e Poveri sono saliti un’infinità di volte, e almeno in cinque occasioni in maniera indimenticabile: l’ultima volta nel 2020, con la reunion della formazione a quattro voluta da Amadeus; nel 1985, quando vinsero – formazione a tre – con 'Se m’innamoro'; nel 1981, con 'Sarà perché ti amo', quando dietro le quinte si consumò la clamorosa lite – amori, tradimenti, gelosie – tra Angela e Marina, che portò la Occhiena a lasciare il gruppo.
E ancora indietro nel tempo: 1970, il trionfo insieme a Nicola Di Bari; 1971, con José Feliciano e un altro trionfo – che dura fino a noi: 'Che sarà'. All’epoca il 'complesso musicale' – com’era chiamato allora – si era formato da pochissimo: Genova, 1967, Franco perito chimico della Esso, Angelo Sotgiu operaio all’Italsider, lasciati i Jets (orfani di Gianni Belleno che si era unito ai New Trolls) decidono di fondare un quartetto polifonico con Angela Brambati – benzinaia e voce del gruppo beat I Preistorici – e la sua amica Marina Occhiena. Angelo e Angela sono fidanzati. Ognuno di loro è una voce: Marina contralto, Angela soprano, Angelo tenore, Franco basso; le fonti d’ispirazione, Mamas & Papas, Crosby Stills Nash & Young. Il primo a credere in loro è Fabrizio De André, il secondo – colui che li condurrà al successo – Franco Califano: è al 'Califfo' che si deve l’idea del taglio cortissimo di Angela, dell’ossigeno splamato sulle chiome di Angelo e Marina, del battesimo: "Siete ricchi di spirito e poveri di tasca". Biondi e mori. Ricchi e Poveri. E dei quattro, Franco, il 'baffo', era quello allegro e generoso. Quello che in 'Che sarà' cantava: "Ma tutto passa, tutto se ne va". Poi sorrideva.