La grafologa Candida Livatino: "Fragili, folli o vincenti: è tutto già scritto"

La verità della grafologa: "A Ronaldo è mancata la figura del padre. Il premier Conte? Tratti angolosi: vuole controllare tutto"

L'autografo di Cristiano Ronaldo

L'autografo di Cristiano Ronaldo

C’è molto di noi nel modo in cui scriviamo. Nei simboli vergati – ovviamente a mano, meglio se in corsivo – vengono rintracciate le componenti che definiscono tipologie di personalità, accostando gli elementi grafici a caratteristiche psicologiche.

Peculiarità esclusivamente umana nel regno animale, è ancora dall’uomo che viene analizzata in ogni sua sfaccettatura: vedi lo scrittore e giornalista Robert Saudek e le sue ricerche sulle scritture dei gemelli monozigoti, ad esempio. Le perizie calligrafiche aiutano gli inquirenti e forniscono prove di colpevolezza, schizzi e scarabocchi orientano psicologi e logopedisti su eventuali cicatrici dell’anima che affiorano dai fogli da disegno. "La grafologia è una scienza meravigliosa che aiuta a conoscere la nostra anima", assicura Candida Livatino, perito grafologo di fama (anche televisiva), autrice del libro Dagli scarabocchi alla firma (Mursia), nel quale analizza i profili di personaggi politici, sportivi, reali inglesi, ma anche protagonisti della cronaca nera come Stasi, Bossetti, Bilancia e Pacciani.

Cosa le ha raccontato la loro scrittura?

"Un’infinità di cose, di alcuni (è il caso di D’Annunzio) mi sono quasi innamorata, grazie al senso di armonia e al carisma che emanano dal suo tratto. Altri mi hanno inquietata".

A chi si riferisce?

"Alberto Stasi, ad esempio, condannato in Cassazione per l’omicidio dell’ex fidanzata, ha una personalità particolare: non vuol far trasparire i suoi sentimenti, non a caso scrive in stampatello, tratto caratteristico di chi vuol tenere nascoste le proprie emozioni. O Pietro Pacciani, il presunto mostro di Firenze: gli scritti che ha lasciato testimoniano impulsività e aggressività, il tratto evidenzia l’incapacità di esercitare un controllo sulle proprie pulsioni, che degenerano in ossessioni e fobie".

Esiste quindi un significato che va oltre il segno che una mano può tracciare su un foglio?

"Naturalmente. Sia che si tratti di parole scritte, scarabocchi o disegni, il risultato di quel movimento parla di noi".

Nell’era digitale tutto questo rischia presto di scomparire.

"Oggi scrivere a mano è una delle opzioni possibili, ma dovrebbe essere considerata una pratica irrinunciabile a ogni età. Ci sono studi che evidenziano i benefici derivati dall’uso del corsivo in termini di sviluppo della capacità di concentrazione, di selezione dei concetti chiave, della memoria e di altre abilità fondamentali. Oltre a questo, nel corso del mio lavoro ho approfondito nuovi segni grafologici e curiosità".

Tipo, perché scegliamo un colore di penna piuttosto che un altro?

"Esattamente, e anche la preferenza della penna: a sfera per chi desidera esercitare forza, il pennarello a punta fine dal tratto leggero è amato invece dalle persone concilianti".

La stilografica?

"È spesso una scelta estetica (ride, ndr) di chi vuol mostrarsi agli altri in modo distintivo e talvolta è indice di un certo narcisismo. Al di là del mezzo, è interessante analizzare i nostri scarabocchi: figure geometriche, linee, animali, parti del corpo che vengono tracciati senza che ce ne accorgiamo. In quanto realizzati distrattamente, sono l’espressione di qualcosa che nasce dentro e che in qualche modo “preme“ per uscire".

Il più amato?

"La casa è per definizione l’emblema di un luogo che protegge: chi scarabocchia le mura domestiche esprime un forte desiderio di tranquillità e di stabilità interiore".

Tornando ai personaggi famosi, qual è l’approccio della sua analisi grafologica?

"Parto dal modo in cui scrivono, da come occupano lo spazio rispetto ai margini, dal tipo di forza che imprimono e dai tanti segni che lasciano sul foglio di carta: è possibile cogliere gli aspetti più profondi della loro personalità e del loro stato d’animo. Sta all’abilità di chi conduce l’analisi grafologica capire quello che è strutturale e quello che invece è legato al momento".

Qualche esempio?

"Quando ho fatto la perizia calligrafico di Cristiano Ronaldo mi è venuta la pelle d’oca: la sua firma ascendente segnala che non si accontenta mai, vuole raggiungere vette sempre più ambiziose. Ma l’aspetto più rilevante della firma è la mancanza del cognome, che rappresenta la figura paterna. Ronaldo non ha avuto un padre presente nella sua adolescenza e la sua firma testimonia la mancanza di questa figura di riferimento".

Per chiudere in bellezza, un profilo eccellente e un politico dei giorni nostri: Michelangelo e Giuseppe Conte.

"Le lettere prive di inclinazione del Maestro del Rinascimento evidenziano la capacità di definire e mettere insieme tutti i mezzi che servono per arrivare a portare a termine con successo ogni progetto; il segno solenne fa capire che è egoriferito, si pone cioè al centro delle relazioni con gli altri. Per quanto riguarda il presidente del Consiglio, le angolosità che si evidenziano in alcune lettere indicano una persona concreta che verifica tutto: il taglio della lettera T, simile a un laccio che si prolunga verso il basso, conferma però che è in lotta per tenere a bada gli impulsi: quando accumula troppa tensione rischia infatti di non riuscire a trattenersi".

 

 

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