Mercoledì 24 Aprile 2024

Foto di gruppo spaziale: questa stella sembra il nostro Sole

Una giovane stella e due giganti gassosi catturati per la prima volta dal Very Large Telescope dell'ESO

(Foto: Eso/Bohn et al.)

(Foto: Eso/Bohn et al.)

Una giovane stella simile al Sole e due pianeti che percorrono la loro orbita, danzandole intorno. L'eccezionale immagine che vedete in apertura è stata catturata dal Very Large Telescope dell'ESO, la maggiore organizzazione astronomica europea, ed è qualcosa di unico nel suo genere, perché mostra un sistema multiplanetario affine al nostro, nei suoi primi anni di vita. L'astro luminoso oggetto dello studio, il cui nome in codice è TYC 8998-760-1, si trova a 300 anni luce dalla Terra e secondo le stime degli astronomi avrebbe 'solo' 17 milioni di anni, praticamente un neonato rispetto al nostro Sole, che è nato circa 4,6 miliardi di anni fa. Oltre alla stella madre, il sistema ospita anche due pianeti (i corpi visibili a destra), che, stando all'articolo pubblicato su The Astrophysical Journal Letters, sono rispettivamente 160 e 320 volte più lontani di quanto la Terra disti dal Sole. Si tratta in entrambi i casi di un gigante gassoso, il più vicino dei quali ha una massa che supera di quattordici volte quella di Giove, il pianeta più grande del nostro sistema solare. "Questa scoperta fornisce un'istantanea di un ambiente analogo al nostro sistema solare, ma in una fase molto precoce della sua evoluzione", scrive il primo autore del paper Alexander Bohn. Osservazioni di questo tipo costituiscono un'assoluta rarità, e richiedono tecnologie ultra sofisticate. In gioventù le stelle madri emettono infatti massicce dosi di raggi infrarossi, che tendono ad 'accecare' i telescopi: solo eliminando il bagliore di fondo si può quindi controllare se ci siano o meno altri corpi celesti nei paraggi. I ricercatori non escludono la presenza di altri pianeti più piccoli o simili alla Terra, ma per trovarli serviranno telescopi ottici di nuova generazione, come l'Extremely Large Telescope (ELT), che con il suo specchio primario di 39 metri dovrebbe aiutarci a svelare i segreti dell'universo a partire dal 2024. "Grazie agli strumenti messi a disposizione in futuro dall'ELT avremo la possibilità di individuare anche pianeti di massa inferiore", ha concluso Bohn, "con importanti implicazioni per quel che riguarda la storia del nostro sistema solare".

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