Mario Capanna dice d’avere un piccolo sogno: vedere un giorno lungo la superstrada E45, all’altezza della campagna tifernate, "grandi cartelli con su scritto “State entrando nella valle della Borgiona“". La Borgiona è un ulivo autoctono dell’Alta Valle del Tevere che dà frutti speciali, amatissimi dal Capanna olivicoltore, tanto che il sogno completo include un altro cartello: "L’olio extravergine migliore del mondo".
Si potrebbe ironizzare su quanto siano cambiati i sogni dell’ex leader del ‘68 italiano, dalla rivoluzione all’estasi per l’olio Evo (extra vergine d’oliva), ma le parole del Capanna coltivatore a Città di Castello, consegnate a questo gustoso libretto, non sono testimonianza di un arretramento e di una rinuncia, semmai il segno di un avvicinamento ai “diritti della terra”, non meno importanti dei diritti umani e sociali inseguiti dal Capanna politico militante di un tempo. Dopo l’89, scrive all’inizio del volumetto, "stava crollando mezzo mondo. Cominciai a piantare ulivi".
Fra aneddoti (come la zucca cresciuta su un ulivo), ammirazione per un "albero tenace, longevo, capace di resistere alle avversità" e aforismi, poesie, pensieri dedicati nel tempo all’ulivo, ne esce un delicato ritratto di una pianta speciale che ci accompagna da secoli.
L. G.
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