Venerdì 20 Giugno 2025
REDAZIONE MAGAZINE

L'acqua torna a scorrere: nel 2024 l’Europa ha rimosso oltre 500 dighe e barriere fluviali. Liberato anche un fiume italiano

Un nuovo rapporto di Dam Removal Europe segnala 542 rimozioni di ostacoli artificiali nei fiumi, con benefici per biodiversità, clima e comunità: un anno record

Un tratto di fiume nel Parco Nazionale jotunheimen, Norvegia

Un tratto di fiume nel Parco Nazionale jotunheimen, Norvegia

Roma, 16 maggio 2025 – Un anno record per la libertà dei fiumi europei. Nel 2024, in Europa sono stati rimossi 542 ostacoli fluviali tra dighe, chiuse e sbarramenti: un numero mai raggiunto prima, con un incremento dell’11% rispetto al 2023. Lo rivela il nuovo rapporto annuale di Dam Removal Europe, la coalizione di ong che promuove il ripristino del naturale flusso dei fiumi.

Come spiega un articolo del Guardian, le strutture rimosse, spesso obsolete e inutilizzate, consentono ora a numerosi corsi d’acqua di tornare a scorrere liberi dopo decenni di interruzione. Un risultato definito “storico” dagli esperti, che sottolineano l’impatto positivo sulla biodiversità, sul ciclo dell’acqua e sulla capacità dei territori di adattarsi alla crisi climatica.

Le barriere nei fiumi europei

Attualmente si stimano 1,2 milioni di barriere fluviali disseminate in tutta Europa, che impediscono il fluire naturale dei fiumi, con conseguenze di cui speso non ci rendiamo conto. Molte sono piccole e datate, ma nel loro insieme hanno contribuito a un drammatico declino del 75% nelle popolazioni di pesci migratori d’acqua dolce dal 1970 a oggi. Nel 2023, l’UE aveva così approvato una legge quadro sulla restaurazione della natura, con l’obiettivo di riportare 25.000 chilometri di fiumi a uno stato libero entro il 2030. I singoli Stati membri devono presentare un piano d’azione entro metà 2026 per spiegare come intendono raggiungere il traguardo.  

La corsa a liberare i fiumi

Il cammino non è semplice. Uno studio pubblicato su Nature nel 2020 evidenziava che nessun bacino fluviale europeo è completamente privo di barriere e che nuovi progetti idroelettrici minacciano anche i pochi fiumi ancora relativamente integri. Gli scienziati avvertivano già allora della necessità di un cambio di paradigma, riconoscendo che anche i piccoli ostacoli hanno impatti devastanti sugli ecosistemi.

Paesi e progetti più attivi: Italia tra i protagonisti

E finalmente arrivano buone notizie. Secondo il report, la Finlandia è il Paese che ha rimosso più ostacoli nel 2024 (138), seguita da Francia (128), Spagna (96), Svezia (45) e Regno Unito (28). L’Italia viene citata nel rapporto per aver contribuito con l’intervento sul fiume Giovenco, dove la rimozione di cinque barriere ha liberato 11 chilometri di corso d’acqua in Abruzzo, restituendogli un flusso naturale dopo decenni.

Importanti anche i progetti in Belgio, con l’eliminazione di 11 canaletti nei bacini di Rulles e Anlier per salvaguardare la margaritifera, una rarissima cozza d’acqua dolce a rischio estinzione. In Svezia e Finlandia, nella valle del fiume Torne, è in corso un intervento su larga scala che prevede la rimozione di quasi 400 barriere in un grande bacino.

Perché rimuovere barriere funziona (e conviene)

Il rapporto del DRE sottolinea che il 90% delle barriere eliminate erano piccole strutture, spesso sotto i 2 metri di altezza: ostacoli che si sono rivelati economici da rimuovere ma fortemente impattanti per fauna e qualità dell’acqua.

Ecco perché si tratta di una vera conquista per la UE. Restituire continuità ai fiumi significa ricreare habitat, favorire la risalita dei pesci verso le aree di riproduzione, migliorare l’ossigenazione dell’acqua e persino ridurre il rischio di alluvioni. Secondo i promotori, la rimozione di questi ostacoli è oggi una delle azioni ambientali più efficaci e a basso costo disponibili in Europa.